Villaricca, false residenze per ottenere cittadinanza italiana: arrestati dipendenti comunali

di Redazione

La Polizia metropolitana “Gruppo Tecnico Operativo” di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della locale Procura, di custodia cautelare nei confronti di sei persone gravemente indiziate di associazione per delinquere, falso in atto pubblico e corruzione. In carcere due indagati, titolari di società che avevano funzioni di intermediazione nel recepimento di richieste volte all’ottenimento della residenza e della concessione della cittadinanza italiana. Agli arresti domiciliari, invece, quattro pubblici dipendenti del Comune di Villaricca, fra cui appartenenti all’ufficio anagrafe, nonché dipendenti della Polizia Municipale del Comune di Villaricca.

Le indagini hanno avuto origine dagli esiti di una precedente attività di monitoraggio del fenomeno svolta al comune di Villaricca e giovatasi delle acquisizioni investigative derivanti dai servizi di osservazione e pedinamento, nonché dall’articolata attività di intercettazione telefonica ed ambientale. Tali attività investigative hanno disvelato come nel comune dell’area nord di Napoli alcuni dipendenti in servizio presso l’Ufficio Anagrafe e di Stato Civile, insieme con i titolari di due società con funzioni di intermediazione che raccoglievano, almeno sulla carta, le richieste di residenza e di concessione della cittadinanza italiana di soggetti brasiliani, provvedevano – in attuazione di un programma criminoso ben collaudato – ad alterare il regolare svolgimento delle procedure previste dalla legge per il riconoscimento della residenza nel territorio del comune di Villaricca e della cittadinanza italiana.

L’attività criminale ricostruita dalle indagini, infatti, era finalizzata a far risultare residenti cittadini brasiliani che, in realtà, non erano presenti a Villaricca, consentendo loro in tal modo di avanzare istanza per ottenere la cittadinanza italiana. L’organizzazione criminale, diretta da due brasiliani, F. e Y., dotata di quattro immobili in cui i cittadini brasiliani che avevano richiesto la cittadinanza italiana risultavano falsamente di volta in volta residenti, si serviva dell’essenziale e costante contributo di dipendenti comunali che, in cambio di somme di denaro e di altri vantaggiosi regali, falsificavano gli atti, attestando false presenze presso il Comune e, successivamente, formando falsi certificati di residenza. In particolare, venivano falsificati i certificati di residenza, nonché i certificati di presenza in questo territorio.

L’attività è stata svolta in favore di una pluralità di soggetti brasiliani, fra cui anche personaggi noti e di spicco, quali imprenditori, calciatori, presentatori di programmi televisivi brasiliani che, nel momento in cui veniva falsamente certificata la loro presenza nel territorio di Villaricca, si trovavano invece all’estero. La finalità dell’ottenimento dei falsi certificati era quella della concessione della cittadinanza italiana, tale da poter consentire loro di poter liberamente circolare nel territorio europeo senza controlli. Attraverso l’analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di telecamere video-audio posizionate  nell’ufficio anagrafe del comune di Villaricca, si é accertato, inoltre, come i dipendenti comunali consentivano ai titolari delle società private e promotori del sodalizio, di dispone degli uffici e degli strumenti informatici ivi allocati a loro piacimento e di seguire ed orientare le pratiche di loro interesse, ricevendo periodicamente somme di denaro per assicurare il loro costante contributo.

Le investigazioni, protrattesi per circa un anno, hanno disvelato il meccanismo illegale realizzato nel comune di Villaricca ed hanno consentito di accertare le condotte poste in essere dai dipendenti comunali per garantire il buon esito delle procedure. Dagli accertamenti svolti, infatti, molti cittadini brasiliani a cui era stata riconosciuta la residenza si trovavano altrove proprio nel giorno in cui il vigile accertatore ne attestava la presenza in uno degli immobili riferibili all’organizzazione, così come in altri casi gli stessi vigili accertatori risultavano destinati ad altre mansioni negli ordini di servizio stilati dal comandante della Polizia Municipale.

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