Aversa, Chiesa del Carmine: un’annosa vicenda con dei punti oscuri

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Il caso ha voluto che in periodo pre-elettorale scoppiasse la “bomba” relativamente alla necessità di intervenire per mettere in sicurezza la chiesa del complesso del Carmine presente in via Abenavolo. – continua sotto – 

La chiesa, da anni, come segnalato più volte anche con video da queste colonne, era preda di vandali e ladri e rischiava un crollo, per lo meno parziale, della volta. Una situazione di cui qualcuno si è accorto solo pochi giorni dopo l’inizio di lavori, probabilmente non autorizzati, da parte di un gruppo di cittadini che intendeva compiere un’opera meritoria cercando di mettere a posto la chiesa così come era accaduto per la chiesa di San Domenico in piazza Plebiscito.

Un intervento che non sarebbe stato necessario effettuare se, negli anni che vanno a partire dal 2012, tre amministrazioni elette, ed altrettanti commissari prefettizi intervenuti a causa dello scioglimento anticipato dei Consigli comunali, avessero dato avvio al progetto definitivo di restauro commissionato dalla Curia di Aversa mediante procedura pubblica, approvato dagli enti competenti e fatto proprio dal Provveditorato delle Opere Pubbliche per la Campania che lo aveva candidato al Parco Progetti Regionale con esito positivo. Considerato finanziabile per l’intero importo del quadro economico, pari a circa 3 milioni e mezzo di euro ed uno stralcio esecutivo di circa 390mila euro, era stato approvato e finanziato dal Provveditorato delle opere pubbliche, nell’ambito del Programma Cipe 2009.

C’era stato persino l’avvio dei lavori con la recinzione della piazza per metterla in sicurezza e consentire agli operai di intervenire senza rischio. Poi, improvvisamente, più nulla. Ed ora si discute su chi è il proprietario della struttura che ovviamente dovrebbe intervenire pagando di tasca quanto necessario. Da qui una diatriba che sarebbe nata fra Diocesi, Comune e Demanio, avviando una questione che potrebbe durare più di un decennio, così come accaduto per l’impalcatura esterna all’ingresso principale della chiesa dell’Annunziata dove, se non ci fosse stata la decisione di intervenire dell’Università degli Studi “Vanvitelli”, si starebbe ancora discutendo su chi doveva intervenire tra Azienda sanitaria, Comune ed Università. – continua sotto – 

Insomma, quando si tratta di parlare sono tutti buoni ma quando si tratta di pagare a nessuno fa piacere mettere mano alla tasca. Eppure, avendo la Curia commissionato il progetto di restauro, avendolo il Provveditorato finanziato per l’intero importo ed essendo stato trasferito al Comune il complesso del Carmine, grazie a una norma approvata dal Consiglio dei Ministri nel 2011 che trasferiva ai Comuni tutte le proprietà demaniali presenti sul loro territorio, il dibattito sulla proprietà, e quindi sulla responsabilità economica di chi dovrebbe intervenire per mettere a posto la chiesa, non dovrebbe avere senso. A meno che non vi sia uno scopo ancora poco chiaro.

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