Protesta agricoltori, Napoli “invasa” da 100 trattori: “90% di aziende a rischio”

di Redazione

Tanti applausi e cori d’incitamento dai cittadini napoletani agli agricoltori, molti dei quali giovani, che oggi sono scesi in strada a bordo dei loro trattori. Circa cento i mezzi, partiti da diverse località della provincia di Napoli, che hanno attraversato le strade del centro, raggiungendo anche il lungomare partenopeo. – continua sotto –

Sui trattori sventola il tricolore e sono posizionati cartelli con diversi slogan, come “Giù le mani dalla nostra terra”, “Vogliamo vivere di agricoltura” e “Ci state privando del nostro futuro”. Parecchi i curiosi e i turisti che scattano foto e riprendono il corteo. In una lettera che intendono far arrivare al governo per il tramite del prefetto, gli “Agricoltori liberi della provincia di Napoli” evidenziano le loro maggiori preoccupazioni – “la volatilità dei prezzi dei prodotti, l’aumento dei costi di produzione, l’impatto dei cambiamenti climatici, l’accesso limitato ai mercati, la concorrenza internazionale basata su standard inferiori” -, aggiungendo alcune proposte di intervento.

Paolo Petrella, agricoltore di Acerra, lancia l’allarme: “In tanti produciamo patate. Voi una bustina di patatine da 100 grammi la pagate 1,50 euro, noi guadagniamo 15 centesimi al chilogrammo. Non ce la facciamo più”. “Il problema principale – sottolinea – sta nella concorrenza sleale che proviene dai prodotti extra Ue, che non seguono i protocolli europei e nemmeno quelli dell’Italia, perché siamo un Paese con il più alto controllo sui prodotti fitosanitari. Noi produciamo cibo sano per tutti gli italiani e vogliamo continuare a farlo, ma chiedendo di essere ascoltati. Ci sono delle difficoltà oggettive che impediscono la giusta remunerazione a noi che produciamo la materia prima”.

“Solo la provincia di Napoli conta oggi 10mila aziende agricole. Il 90% rischia di chiudere e sono aziende che producono di eccellenza – spiega Vito Lombardi -. Tanti sono i marchi della provincia di Napoli, della Campania, invidiati nel mondo interno, ma le politiche europee degli ultimi anni ci costringono a chiudere perché i costi di produzione sono più alti rispetto ai ricavi”. – continua sotto –

Per Filippo Di Marco, anche lui di Acerra, “il Made in Italy va sempre sostenuto. Il governo deve aprire un tavolo di trattativa perché deve ascoltare anche i contadini della provincia di Napoli, che sono tanti. Quella presente oggi a Napoli è solo una rappresentanza di 100 trattori, ma le aziende sono ovviamente tantissime, e quelle che hanno chiuso sono già tante. Qui non stiamo a chiedere reddito o sussidi. Siamo qui perché vogliamo lavorare”. IN ALTO IL VIDEO

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