Il 14enne Alexandru Ivan ucciso a Roma: c’è un secondo fermato

di Redazione

C’è un secondo fermato per l’omicidio di Alexandru Ivan, il 14enne ucciso nel parcheggio della metro di Pantano, a ridosso della periferia est di Roma. – continua sotto –

Dino Petrow, 30 anni, aveva fatto perdere le tracce dopo il delitto ma è stato rintracciato dai carabinieri a Treviso dove aveva trovato rifugio a casa di una zia. L’uomo avrebbe alle spalle precedenti per reati contro il patrimonio, armi e droga.

La sera dell’omicidio, la vittima si trovava insieme al compagno della madre all’interno di un bar, in via Casilina. Durante la serata sarebbe scoppiata una lite tra quest’ultimo, un 29enne di origine romana, e un giovane originario dell’est Europa.

Dopo essersi allontanato dal bar insieme al ragazzino, il patrigno di Alexandru ha avuto diversi contatti telefonici con un 24enne (che non si trovava all’interno del bar) e che è stato poi il primo a essere fermato per l’omicidio del ragazzino. – continua sotto –

Il patrigno, con tutta probabilità, si è quindi recato a un appuntamento, accompagnato da Alexandru e da altri familiari, ma dopo l’arrivo del gruppo sono partiti alcuni colpi di pistola da un’auto, uno dei quali ha raggiunto il 14enne.

Al ritorno a scuola dopo la tragedia, i compagni di Alexandru lo ricordano come “un bravo ragazzo”. Un suo amico, della III G della scuola media Domenico Savio a Finocchio, alle porte di Roma, dice di lui: “Andava bene a scuola. E’ successo quello che non doveva succedere. Non mi aspettavo potesse accadere una cosa del genere. Una cosa impensabile”. E una compagna in lacrime: “Era mio amico, parlavamo sempre in classe e andavamo a mangiare il kebab insieme. Un bravo ragazzo, non se lo meritava. Oggi ognuno di noi ha portato qualcosa per ricordarlo”.

La settimana nella scuola media di Alexandru è cominciata nel segno del lutto per la morte del ragazzino. “La comunità scolastica è senza parole – dice la preside Paola Uncinotti -. Siamo meravigliati da quanto accaduto. Sicuramente un ragazzo così giovane non doveva stare in quel posto a quell’ora. Era un bel ragazzo, la famiglia lo seguiva. Un ragazzo come tanti altri dell’istituto. Se c’erano stati problemi? Che noi sappiamo no. Ovviamente la scuola fa molti progetti per il recupero dei ragazzi, dato che molti vengono da famiglie straniere, ma non ci sono state problematiche con la famiglia. Adesso programmeremo un incontro con lo psicologo per monitorare la reazione della classe”.

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