Frattamaggiore, quando un piccolo ospedale può funzionare meglio di una grande struttura

di Antonio Arduino

Oggi vi racconto una storia. Due persone hanno bisogno di cure ospedaliere di tipo urgente per un problema apparentemente serio che li aveva colpiti. Uno viene portato in un ospedale grande, dove c’è un servizio specifico di emergenza urgenza, l’altro in un ospedale più piccolo, dove si tratta l’emergenza ma non c’è un servizio specifico di emergenza urgenza. – continua sotto –

Accade così che il primo paziente si trovi ricoverato su una barella all’interno di una sala, in attesa di essere trattato insieme ad altre due persone e nessuna delle tre ha la possibilità di comunicare con la famiglia perché nel servizio di emergenza del grande ospedale si gradisce non fare utilizzare i telefoni, cosicché i tre sono impossibilitati a dare notizie e a riceverne dai familiari che, inoltre, non possono stare affianco ai parenti. Cosa che crea non solo preoccupazione ma anche spavento perché, non avendo la possibilità di avere un parente vicino in un momento particolare, qual è un emergenza medica, ci si sente persi ed abbandonati.

Nel piccolo ospedale, dove il servizio di emergenza c’è ma non ha una struttura specifica, invece si può comunicare con i familiari e c’è la possibilità di avere il conforto della compagnia di un familiare, sia pure per un tempo brevissimo, limitato alla presa in carico e sistemazione in un letto del reparto dell’ammalato, poco ma è quanto basta per non avere la sensazione di essere abbandonati a se stessi.

Il paziente che era stato portato nel grande ospedale dopo due giorni di attesa di sapere cosa gli fosse accaduto, o quanto meno quale possibile causa gli avrebbe prodotto l’emergenza, si rende conto che gli operatori del servizio non hanno fatto granché, solo un prelievo al momento in cui è stato ricoverato che ha riscontrato la presenza di sostanze stupefacenti in lui che non ha mai fumato neppure una sigaretta. Ovviamente, il controllo andava rifatto ed è stato rifatto ma il risultato non è stato comunicato al paziente. Nell’ospedale più piccolo, invece, è stato possibile sapere qual era l’ipotesi diagnostica che poteva, forse, giustificare l’emergenza e ne è stata data spiegazione ai parenti. – continua sotto –

A questo punto della storia, vi chiediamo quale dei due pazienti è andato meglio. Probabilmente, il secondo, quello che è stato ricoverato nell’ospedale più piccolo. Quei pazienti, in realtà, erano uno solo: ero io. Avendo toccato con mano il servizio di emergenza di entrambi gli ospedali ho ritenuto doveroso intervistare il responsabile del reparto di medicina dell’ospedale di Frattamaggiore (Napoli), dottor Luigi Ferrara, per far comprendere come possa un ospedale di piccole dimensioni funzionare bene e meglio di un grande ospedale. IN ALTO IL VIDEO

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