Riforma Testo Unico Edilizia, Cecoro (Architetti Caserta): “Bisogna riorganizzare la normativa”

di Redazione

Modulistica unificata su tutto il territorio nazionale, digitalizzazione degli sportelli Unici e delle procedure edilizie, piattaforma unica nazionale per l’inoltro e l’istruttoria delle pratiche edilizie sull’esempio di quella dell’Agenzia del Territorio (Catasto) integrando il nuovo SIT, anagrafe dei fabbricati con graduale inserimento dei dati riguardanti la classificazione sismica dell’immobile, conferenza dei servizi semplificata per l’ottenimento anche di un solo nulla osta, ed  eliminazione della doppia conformità amministrativa e strutturale, ormai anacronistica e d’ostacolo alla rigenerazione urbana. – continua sotto – 

Sono questi i punti salienti della riforma del testo unico sull’edilizia trattati nel corso del focus svoltosi nei giorni scorsi al Belvedere di San Leucio, e promosso dall’ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Caserta, guidato da Raffaele Cecoro, in sinergia con l’Ordine degli Ingegneri, presieduto da Carlo Raucci, ed il Collegio dei Geometri e dei Geometri laureati della provincia di Caserta, capitanati da Aniello Della Valle.

Proprio su iniziativa dell’ordine degli architetti PPC di Terra di Lavoro, la scelta dove tenere la terza e penultima tappa della road map sulla riforma del TUE avviata, nei mesi scorsi e su scala nazionale, dalla Rete nazionale delle Professioni Tecniche, è ricaduta sul capoluogo casertano così da favorire un ampio confronto ed una discussione aperta tra tecnici, professionisti ed operatori del mondo delle professioni tecniche su un adeguato aggiornamento di tutta la normativa urbanistica ed edilizia, connessa a quella ambientale e paesaggistica.

“Per ricondurre a legittimità lo stato attuale della maggior parte degli immobili, costruiti negli ultimi ottant’anni, cioè dall’emanazione della Legge Urbanistica Nazionale (L.1150/1942) a oggi, occorre assolutamente eliminare la necessità di dimostrare la doppia conformità amministrativa e strutturale degli interventi; tale necessità è impellente in quanto, con l’evoluzione delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) è praticamente impossibile adeguare gli edifici costruiti a partire dal 1942 sino al 2018; perciò, sotto il profilo amministrativo, bisogna consentire la sanatoria dimostrando la conformità dell’edificio alle norme vigenti al momento della presentazione della domanda, mentre, per quello strutturale, le opere debbono essere coerenti con le norme vigenti al momento della loro realizzazione”, spiega il presidente degli architetti casertani. – continua sotto – 

“Relativamente alla necessità di riorganizzare complessivamente la normativa urbanistica, edilizia e paesaggistica, se davvero si intende superare la continua contrapposizione tra le norme regionali sulle distanze e le conseguenti sentenze giurisprudenziali, è necessario riscrivere i contenuti per lo meno su questo argomento del DM n.1444 del 1968, partendo dal contenuto della proposta di modifica. Infatti, secondo quanto stabilito dall’articolo 9 del DM, all’esterno dei centri storici (Zone A), è possibile ridurre la distanza di 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, solo attraverso piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate, rendendo assai ardui gli interventi di nuova costruzione o di ampliamento all’interno del patrimonio edilizio esistente. È urgente una riforma vera che deve andare incontro alle esigenze dei cittadini e non appesantire il ruolo dei tecnici”, conclude Cecoro.

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