La mafia dietro le scommesse online: a Palermo la GdF fa “All In”, sequestri per 43 milioni

di Redazione

Maxi sequestro di beni per 43 milioni di euro a imprenditori considerati contigui alle famiglie mafiose palermitane di Pagliarelli, Porta nuova, Palermo Centro, Brancaccio e Noce. In azione la guardia di finanza, che ha eseguito due decreti di sequestro emessi dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo. – continua sotto –

I provvedimenti prendono le mosse da una indagine sulle infiltrazioni di Cosa nostra nei giochi e nelle scommesse online, denominata “All In”. I sigilli sono scattati per beni che si trovano in Sicilia, Campania, Lazio e Lombardia: tre immobili, tra i quali una villa di pregio, a Favignana (Trapani); quote di capitali e compendi aziendali di undici società con sedi nelle province di Milano, Roma, Salerno e Palermo; 45 tra conti correnti, conti deposito, titoli, polizze assicurative e buoni postali.

L’indagine “All In” portò alla luce l’esistenza di un gruppo di imprese che mettevano a disposizione dei principali mandamenti mafiosi palermitani, “in un rapporto di reciproco vantaggio”, le proprie abilità per acquisire la disponibilità di numerose licenze e concessioni statali rilasciate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli per l’esercizio della raccolta delle scommesse. Un sistema che portò alla creazione di un impero economico costituito da società formalmente intestate a prestanome e che nel tempo erano giunte a gestire volumi di gioco per circa cento milioni di euro.

Il lavoro della Dda di Palermo portò nei mesi di giugno e novembre 2020 all’esecuzione di misure cautelari personali nei confronti di 25 indagati per partecipazione e concorso esterno in associazione mafiosa. Tra i reati contestati anche il trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver favorito Cosa nostra, l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse. – continua sotto –

Per queste vicende i principali indagati, tra i quali i destinatari dei sequestri di oggi, sono stati già condannati dal tribunale di Palermo il 7 febbraio 2022, con conferma della Corte d’appello arrivata il 20 luglio scorso. Le ulteriori indagini patrimoniali eseguite dalla guardia di finanza hanno portato il Tribunale ad emettere i due provvedimenti di sequestro. IN ALTO IL VIDEO

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