Strage Mestre, 21 morti e 15 feriti. Nessuna traccia di frenata o impatto: ipotesi un malore o distrazione autista

di Redazione

E’ di 21 morti e 15 feriti il bilancio del tragico incidente del bus caduto dal cavalcavia della Vempa ieri sera a Mestre. Lo rende noto la Prefettura. – continua sotto – 

A bordo del pullman c’era un gruppo di 35 turisti stranieri, tra cui ucraini, francesi, croati e tedeschi, che stava rientrando a Marghera dopo essere stato a Venezia. Il mezzo è precipitato, dopo aver toccato i fili dell’elettricità, facendo un volo di circa 30 metri. Tra le vittime un neonato, un 12enne e una ragazza minorenne. I quattro feriti più gravi sarebbero tutti maggiorenni, tra i 20 e i 30 anni: tre ricoverati in Rianimazione all’ospedale dell’Angelo di Mestre e uno a Dolo.

Le ipotesi: malore o distrazione? – Tra le prime ipotesi dell’incidente forse un malore dell’autista, Alberto Rizzotto, 40enne italiano, anche lui tra le vittime. Ma non si esclude neanche che il conducente si sia distratto durante la guida. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo stradale e disposto sulla salma dell’autista, oltre all’autopsia, anche gli esami tossicologici ed il test di alcolemia. Un atto dovuto che servirà però a chiarire meglio la dinamica. – continua sotto – 

“Non ci sono segni di frenata né di contatto con altri veicoli” – Il procuratore Bruno Cherchi, facendo il punto sull’incidente, ha precisato: “Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi”. “Non si è verificato alcun incendio – ha poi specificato – né dal punto di vista tecnico né c’è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo”.

Le vittime identificate – Cherchi ha anche spiegato che l’identificazione delle vittime risulta complicata, per cui si potrebbe fare ricorso all’esame del Dna. Finora sono 7 le vittime identificate: oltre all’autista, cinque cittadini ucraini e un cittadino tedesco.

Bus non andava veloce – “Il primo a dare i soccorsi è stato l’autista di un altro bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato”, ha detto il procuratore. “Nel dare l’allarme – ha sottolineato – ha anche lanciato un suo estintore verso il mezzo precipitato, che sprigionava fiamme”. Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce.

Ad società bus: “Guardrail sembra una ringhiera” – “Dai video il guard rail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”. Lo dice l’amministratore delegato de “La Linea”, Massimo Fiorese, sollevando dubbi sul guard rail a protezione del cavalcavia di Mestre che il pullman ha sfondato precipitando. “La Linea” è l’azienda di trasporto che svolgeva questo servizio dedicato ai turisti tra il camping di Marghera e Venezia.

Assessore Trasporti: era in programma rifacimento guard rail – “Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guardrail e la modifica del parapetto”. Lo chiarisce l’assessore comunale ai trasporti, Renato Boraso, dopo che Fiorese, ad di “La Linea”, aveva parlato del fatto che il pullman elettrico, del peso di 13 tonnellate, dalle riprese video sembrava “appoggiarsi ad guardrail che è quasi una ringhiera”. IN ALTO IL VIDEO, SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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