‘Ndrangheta nel Crotonese, 12 fermi a Isola Capo Rizzuto

di Redazione

Operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, a Isola Capo Rizzuto (Crotone), con l’impiego di un centinaio di uomini in forza alle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone, al Servizio centrale operativo – Sezione investigativa di Catanzaro e ai Reparti Prevenzione Crimine. – continua sotto –

12 le persone fermate e destinatarie di provvedimenti restrittivi poiché ritenute appartenenti ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso operante nella provincia crotonese. Sarebbero, infatti, legate alla cosca Arena. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, usura, estorsione, porto e detenzione illegale di armi e stupefacenti. 29, in tutto, gli indagati, tra cui anche due noti avvocati dei fori di Catanzaro e Crotone.

Il provvedimento arriva al termine di un’articolata indagine avviata nel marzo del 2020 sulla base degli esiti investigativi emersi anche in un altro procedimento penale, e diretta ad individuare l’ultrattività ed operatività della ‘ndrangheta del locale di Isola Capo Rizzuto. Investigazioni che hanno fatto conto su complesse attività tecniche, arricchite dai contributi offerti dai collaboratori di giustizia, e che fanno ritenere agli inquirenti di aver consolidato l’ipotesi dell’esistenza di una struttura associativa il cui elemento di vertice è considerato il soggetto al quale rivolgersi per la risoluzione di varie problematiche, come quella di proteggere un imprenditore isolitano dalle richieste estorsive rivoltegli da esponenti criminali egemoni in altre aree.

Sono stati poi raccolti indizi che evidenzierebbero come allo stesso presunto “capo” fosse demandata la gestione della cosiddetta bacinella contenente le somme provenienti dalle attività illecite della cosca Arena, e con le quali egli stesso avrebbe provveduto al sostentamento dei carcerati e delle loro famiglie. – continua sotto –

La prosecuzione delle indagini avrebbe anche evidenziato l’ingerenza di varie famiglie presenti sul territorio e una serie di reati commessi in nome e per conto del clan di appartenenza, come il traffico di armi, l’usura e le estorsioni. Sempre per gli investigatori, la conferma dell’attivismo degli indagati nel traffico e distribuzione di stupefacenti e dell’ampia disponibilità di armi da parte dell’organizzazione, verrebbe dai numerosi sequestri eseguiti, tra cui quello di circa due chili di marijuana, di una piantagione di 707 piante di marijuana, di una pistola Beretta calibro 9×21 con la matricola abrasa, di un fucile Falco sovrapposto calibro 8 e di 92 ordigni esplosivi artigianali. Le attività tecniche ne hanno documentato finanche il loro effettivo utilizzo, durante una prova a fuoco compiuta in una zona isolata del territorio di Isola Capo Rizzuto.

Nel corso delle investigazioni, inoltre, è emersa l’ingerenza nelle cosche nel meccanismo di procacciamento di voti sempre ad Isola in favore di un candidato consigliere alle elezioni tenutesi il 3 e 4 ottobre del 2021, per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria. IN ALTO IL VIDEO

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