Mafia e appalti, confiscati beni per 12 milioni a imprenditore trapanese

di Redazione

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un decreto di confisca di beni, emesso del Tribunale di Trapani, procedimento di prevenzione che scaturisce dalla proposta avanzata dal direttore della Dia, nei confronti di un imprenditore di Vita (Trapani), attivo nel settore delle costruzioni e della produzione e commercializzazione di calcestruzzo. Nei confronti dell’uomo è stata disposta anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, per la durata di 3 anni e 6 mesi. – continua sotto –

Secondo la ricostruzione eseguita dal Tribunale procedente, sulla base di indagini di polizia giudiziaria eseguita dalla Dia, la pericolosità sociale dell’imprenditore emergerebbe dal legame di quest’ultimo con il capo della famiglia mafiosa di quel territorio, dal quale risulterebbe che l’imprenditore abbia ottenuto sia le risorse finanziarie per avviare ed alimentare le proprie aziende che la “copertura” mafiosa per espandersi sul mercato, imponendosi nei lucrosi affari legati alla realizzazione delle grandi opere pubbliche a danno delle imprese concorrenti, alterando il corretto funzionamento del libero mercato e violando le regole della leale concorrenza.

Nel provvedimento di confisca eseguito viene descritta, finanche, la partecipazione del proposto in prima persona a numerosi episodi estorsivi (“messe a posto”), in danno di imprenditori avversari.

La confisca ha interessato 4 società, di cui tre operanti nel settore edile ed una che gestisce l’intera area parcheggio e servizi nella località turistica del Parco Archeologico di Segesta, 16 rapporti bancari, 132 beni immobili e terreni nonché 24 automezzi per un valore complessivo stimato di oltre 12 milioni di euro. IN ALTO IL VIDEO

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