Casal di Principe ricorda il piccolo Francesco, ucciso 50 anni fa da un proiettile vagante in uno scontro tra camorristi

di Redazione

Casal di Principe (Caserta) – 50 anni fa, il 30 settembre del 1973, il piccolo Francesco Aversano, a soli 9 anni, veniva ucciso a Casal di Principe da un colpo vagante esploso durante un conflitto a fuoco tra camorristi. Fu il primo delitto ascrivibile ad una criminalità che in quegli anni andava organizzandosi nelle forme con cui poi ha dominato per decenni quelle terre. Dopo di lui centinaia di morti hanno insanguinato le strade dell’agro aversano, decine di vittime innocenti di una camorra potente, sanguinaria e oppressiva. – continua sotto – 

Suora Adelia, nel giorno di inaugurazione del Parco Aversano, intitolato alla memoria di Francesco e realizzato nel 2019 nella famosa villa in stile “Scarface” del boss Walter Schiavone, cugino del capoclan Francesco Schiavone detto “Sandokan”, raccontò alcuni momenti di quella tragedia: “Vedemmo Francesco che tentava di aggrapparsi al cancello come per ripararsi, ma aveva tutta la mano insanguinata. Fu un momento terribile. Quei tempi sono passati e questo paese può esprimere finalmente tutte le sue potenzialità riprendendosi la sua dignità, quella che ha sempre avuto. Ora è cambiata la cultura e così bisogna continuare perché negli ultimi anni si è fatto tantissimo ed è necessario che tutte le persone di buona volontà facciano rete per tenere fuori chi vuole fare solo del male”

Da allora “non siamo stati inerti e in silenzio”, fa sapere il sindaco Renato Natale. “All’inizio in pochi, ma poi sempre più numerosi – spiega il primo cittadino – abbiamo combattuto per liberarci dal dominio di una vera dittatura criminale. Lo scorso 21 marzo, il presidente della Repubblica nel farci visita in ricordo di don Peppe Diana, ha in qualche modo certificato la nostra rinascita e il nostro riscatto. Oggi noi vogliamo ricordare questo bambino la cui vita innocente fu recisa dalla violenza camorrista, perché la memoria sia strumento di crescita e di coscienza, affinché mai più una madre debba piangere il proprio figlio vittima della prepotenza ed arroganza criminale. Vogliamo ricordare Francesco, perché sia un simbolo della nostra volontà di continuare a camminare nella legalità e nella giustizia, così come ci invitava a fare la nostra Suora Adelia, compagna di tante battaglie, simbolo lei stessa di coraggio e di impegno. Ci ha lasciato da poco, ma noi la ricorderemo sempre mentre con il megafono guidava la nostra marcia contro la camorra, in una serata di autunno nel lontano 1988”.

Venerdì 29 settembre sarà deposta una targa di marmo sul luogo dove Francesco fu ucciso, in via Croce, davanti all’istituto delle suore Maria SS. Preziosa che il piccolo frequentava, alla presenza dei bambini di oggi. Il corteo poi si sposterà al parco giochi a lui dedicato all’interno di un bene confiscato, in via Tasso. Dopo aver consegnato il parco nelle mani e ai giochi dei bambini, si terrà un momento di riflessione tra i presenti nella struttura “Casa Liberazione”.

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