Caivano, camorra sfida lo Stato. Don Patriciello: “Spari all’impazzata nel Parco Verde”

di Redazione

Le giovani leve della camorra “sfidano” lo Stato dopo la recente operazione interforze ad “Alto Impatto” nel Parco Verde di Caivano, teatro dello stupro delle due cuginette. – continua sotto –  

L’altra sera alcuni malviventi, in sella a delle moto, a volto coperto e armati con fucili da guerra, hanno sparato all’impazzata per strada. Almeno 19 colpi, di differente calibro, esplosi durante la “stesa” in via delle Margherite. Al momento non risultano danni a cose o feriti. Sull’episodio indagano i carabinieri della locale compagnia.

A denunciare quanto accaduto è don Maurizio Patriciello, parroco che da anni si batte contro la criminalità. “La domenica volge a termine – scrive don Maurizio sui social – manca poco più di un’ora alla mezzanotte. Per la gente della mia parrocchia non c’è pace. In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’ impazzata. È il terrore. Le ‘stese’ fanno paura. Può morire chiunque. Signore, aiutaci. E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al ‘Parco Verde’ in Caivano. Forza, fratelli e sorelle onesti del Parco Verde. Coraggio. Il Signore non ci abbandona”.

All’alba del 5 settembre, lo Stato aveva fatto vedere e sentire la sua presenza a Caivano con un’operazione interforze nella quale sono stati impiegati 400 uomini. Qualche giorno dopo è stato varato il decreto legge Caivano. “Ci sono persone mascherate – dice don Patriciello – che arrivano in moto ad alta velocità con i kalashnikov sulle spalle e sparano all’impazzata. Il quartiere va nel terrore, basta poco per morire colpito da un proiettile vagante. È pericoloso, qualcosa di inconcepibile. Le forze dell’ordine in questi giorni si stanno facendo in quattro, ma queste persone volano alla velocità della luce, avviene tutto in fretta e poi scappano via. La gente è nuovamente entrata nel terrore, è la terza volta che accade un episodio simile da quando a Caivano è venuto il presidente del consiglio. Io leggo questa cosa come una sfida allo Stato. Come se volessero dire che non hanno paura dello Stato, questa è la chiave di lettura”. – continua sotto –  

“Da anni combatto contro la criminalità. Ognuno di noi parla dal suo posto, ma ci vorrebbe più umiltà quando si parla. La riflessione da sola non basta, il problema è che mentre mandiamo i bambini a scuola dobbiamo iniziare con loro un discorso di educazione. Ma queste persone sono per strada e ti ammazzano i figli. Giogiò è stato ucciso a 24 anni da un 16enne che esce per strada con la pistola. Ed è vigliacco che dopo averlo ucciso se ne vada a giocare a carte. Ha 16 anni, ma può essere ancora considerato un minore?», afferma il sacerdote.

“Ora serve tutto, serve parlarne. La camorra vuole il silenzio. Io vivo sotto scorta, ma non ho soldi, mi minacciano perché hanno paura della parola. La mia parola fa paura. La camorra vuole il silenzio, vuole il buio, perché conviene creare il ghetto, non vuole che Caivano comunichi, non vuole la solidarietà. All’interno del ghetto, il boss è il re e in questo momento in cui lo Stato è arrivato e la presenza si vede nelle strade, la camorra non lo vuole. Quindi, approfittando della tarda ora, sono arrivati e hanno dato questa manifestazione di forza per dire che loro non hanno paura. So che il governo non ci lascerà soli, sono convinto che ora qualcosa succederà. Ci sono state tante passerelle, sappiamo come funziona la politica ma credo che questa volta qualcosa succederà. Il Signore non vuole che le strade di Caivano si riempiano ancora di sangue”, conclude Patriciello.

Presidente Antimafia: “Arroganza mafiosa, serve risposta” – Sul caso interviene la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo: “Ho chiamato Don Patriciello perché non si senta solo, certo lui ha la fede che può più di ogni uomo. Ma in queste ore davanti all’ennesima dimostrazione di arroganza mafiosa che condanno con forza, sento il dovere morale di dichiarargli tutto il mio affetto e vicinanza. Auspico la risposta corale della nostra gente migliore, certamente c’è e ci sarà quella della Commissione parlamentare Antimafia”.

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