Aversa, il ministro Sangiuliano: “Una superpotenza culturale da valorizzare”

di Jacopo Grassia

«La Reggia di Caserta, l’anfiteatro di Capua sono identità culturali che rappresentano un potenziale culturale che può fare da volano per lo sviluppo». A parlare, ad Aversa, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a latere di un convegno dal tema “Il retaggio storico dei normanni, la cultura come valore di crescita civile”, presso la splendida Sala Guitmondo all’interno del seminario vescovile. – continua sotto –

«Questo territorio, la provincia di Caserta, non deve nascondere – ha continuato il ministro del governo Meloni – le criticità di un territorio con emergenze ambientali e delinquenziali, ma non può non esaltare quelle che sono le sue bellezze. Non solo la Reggia, ma le tante chiese, i centri storici. La provincia di Caserta e Aversa in particolare sono al centro della geografia della bellezza». «Il territorio casertano – è ancora Sangiuliano a parlare – è, come tutta Italia, una superpotenza culturale. Qui tanti popoli si sono sedimentati dando vita ad un unicum che è la ricchezza di questo territorio. Un fatto che ci deve inorgoglire per essere all’altezza del nostro passato». «In futuro – come oramai dicono tutti – ci saranno sempre più persone che vorranno viaggiare e questo territorio, la provincia di Caserta devono essere pronti ad attrezzarsi per far fronte a questa richiesta che porta sviluppo».

Ricordando quanto aveva detto in premessa il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, Sangiuliano ha sottolineato che «la cultura è sensibilità che apre alla speranza. Aversa deve essere orgogliosa, fa bene ad esserlo perché i Normanni, che l’hanno fondata, hanno avuto la sensibilità di dare vita ad un primo embrione di stato». «Molte sono tate – ha concluso – le occasioni di contatto tra me e Aversa. La patria di Alfonso Gallo che ha fondato l’Istituto di Patologia del Libro, le interviste fatte al ministro della Giustizia e presidente della Corte Costituzionale Vincenzo Caianiello. Oggi, poi, è aversano il capo ufficio legislativo del ministero della Cultura Antonio Tarasco». Il ministro ha anche rivelato che, durante il disbrigo di una pratica per una piccola eredità, era stato costretto a venire tra Aversa e Parete per chiedere dei documenti perché, come aveva scoperto, la bisnonna era aversana e il bisnonno di Parete.

Il convegno vero e proprio è stato aperto da un duo musicale d’eccezione con i maestri Michelangelo Massa e Piero Viti che hanno eseguito l’ouverture da “Il matrimonio segreto”, capolavoro dell’opera buffa, dell’aversano Domenico Cimarosa. – continua sotto –

Subito dopo i saluti del vescovo Spinillo, padrone di casa, che ha parlato del rapporto tra la cultura, l’arte e il Crocifisso affermando: «grazie alla cultura, alla sensibilità che offre la morte di uno sconosciuto diventa un’opera d’arte. La cultura è il proiettarsi continuo pur restando fermi, il far crescere l’umanità in tutte le sue dimensioni».

I lavori sono stati introdotti dall’ex senatore e sottosegretario alla Giustizia, Pasquale Giuliano, che ha voluto fortemente l’evento con l’associazione “Palaestra Normanna”, al suo decimo anno di vita che ha parlato dell’importanza dell’industria culturale per lo sviluppo del territorio ricordando una sua battuta quando per anni ha abitato al Nord e lo apostrofavano come terrone: «Io sono un aversano, quindi un normanno e vengo da molto più a Nord di voi». A seguire gli interventi scientifici di due studiosi d’eccezione: Giulio Sodano, direttore del dipartimento di Lettere presso l’università della Campania Luigi Vanvitelli e ordinario di Storia Moderna e Nicola de Chiara, giornalista e cultore di storia aversana, per anni assessore comunale alla Cultura.

Sodano ha ricordato due importanti episodi che hanno visto Aversa al centro della Storia. In un primo caso quando, nel 1734, Carlo di Borbone nel venire a prendere possesso del Regno di Napoli, si fermò a dormire nella città normanna dove i notabili napoletani vengono ad offrirgli le chiavi del regno. Un atteggiamento che si ripete con Gioacchino Murat che si ferma ad Aversa dove avviene la stessa cerimonia. «Questo avviene – ha affermato Sodano – perché Aversa ricorda i normanni che hanno dato la cornice dello Stato con la monarchia in Italia Meridionale». – continua sotto –

Sulla stessa scia l’intervento di De Chiara che parte, però, dalle origini di Aversa evidenziando che Rainulfo Drengot, il condottiero normanno che diede vita alla Contea, prima nel Sud, aveva scelto questo territorio non a caso, rappresentando un crocevia tra Capua e Napoli a Nord e Sud; tra Atella e Cuma e Pozzuoli a Est e Ovest, diventando da oscuro mercenario un nobile signore. SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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