Quanto costa mantenere un figlio?

di Redazione

Dall’ultima indagine svolta dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori era emerso che il costo medio per il mantenimento di un figlio da 0 a 18 anni fosse di 175.642,72 euro. Il che indicava un aumento dell’1,2% rispetto al 2018. Era il 2021 e di certo la pandemia aveva influito su questa tendenza. – continua sotto –

Facendo una nuova rilevazione, considerando l’aumento negli ultimi anni di costi come quelli legati al settore dell’alimentazione, dell’educazione e della cura, probabilmente la cifra subirebbe un’ulteriore accelerata. Ma quali sono le voci che incidono di più sul budget di una famiglia con figli? Ovviamente dipende anche dall’età dei figli: per quanto riguarda i bambini più piccoli sicuramente la spesa per l’asilo nido o per la babysitter rappresentano una percentuale importante rispetto ai costi mensili.

Ricordiamo, infatti, che la quota mensile per frequentare un nido pubblico corrisponde, con le variabili per ogni regione, a circa 600 euro al mese. Una babysitter, invece, come media italiana, chiede quasi 8 euro l’ora per il suo servizio, ma questa cifra cambia a seconda della città di riferimento. Per esempio, Milano e Roma sono capoluoghi più cari per quanto riguarda il costo orario di babysitting, arrivando anche 10 euro l’ora, mentre Bari o Palermo presentano babysitter meno costose. Se una babysitter viene chiamata a coprire l’intero orario lavorativo dei genitori, il calcolo è presto fatto.

A questo bisogna aggiungere i pannolini, l’alimentazione, le tutine e i body, per non parlare di tutto il corredo cosiddetto pesante come il fasciatoio il passeggino il seggiolino per l’auto. Quando i bambini crescono, con loro aumentano le spese legate all’acquisto di beni alimentari e anche alle utenze domestiche. Inoltre, per quanto riguarda la scuola, se per la primaria i libri vengono offerti dallo Stato, per l’acquisto dei libri e dei dizionari uno studente di prima media inferiore spende poco meno di 440 euro, mentre in prima superiore la cifra sale a 668 euro, per non parlare dell’università: oltre a dover sostenere l’iscrizione annuale, i costi cambiano di molto se il ragazzo o la ragazza devono trasferirsi di città per poter frequentare il corso di laurea. In questi casi, oltre ai costi scolastici, si vanno ad aggiungere tutta una serie di spese come i trasporti e l’affitto di un alloggio. – continua sotto –

Se poi non c’è più la necessità di una babysitter, questa spesa viene sostituita da corsi per praticare i diversi tipi di sport, per imparare la lingua inglese, senza considerare tutto l’ambito tecnologico che di certo va incidere nella spesa famigliare fra videogiochi, cellulari, abbonamenti vari. Per non parlare delle vacanze.

L’assegno unico e universale ha in qualche modo voluto andare a sostegno delle famiglie italiane, diventando un’entrata mensile fissa che varia da 50 a 175 euro mensili per ogni figlio fino ai 21 anni di età, per una cifra progressiva in base all’Isee.

Vi sono, però, opinioni discordanti sull’effettiva utilità e, soprattutto, democraticità di questa recente formula di contributo per le famiglie con figli dato che l’Isee tiene conto non solo dei redditi, ma anche dei patrimoni della famiglia, quali abitazioni, autovetture, giacenze medie, che non necessariamente corrispondono alla reale ricchezza del nucleo familiare.

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