Aversa, edifici concessi gratis. D’Angelo: “Scandaloso, Comune genuflesso alla Chiesa”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – «L’Amministrazione Golia ha abdicato alla sua laicità e si è genuflessa al potere di Santa Madre Chiesa e, in particolare, al potere della Caritas e di don Carmine Schiavone». Non si trattiene la consigliera Dem Eugenia D’Angelo, sulla concessione in comodato d’uso gratuito di alcune proprietà comunali ad enti legati alla Diocesi di Aversa. – continua sotto –

Prima di rispondere ad alcune nostre domande, la consigliera parla di quanto deliberato dalla giunta Golia: «E’ stata approvata una delibera, che avrebbe dovuto essere portata in Consiglio comunale già dalla metà 2022, con la quale le proprietà immobiliari in capo all’Istituto Moretti in Sant’Agostino, controllato dalla Regione Campania ed ormai estinto, sono state acquisite al patrimonio immobiliare del Comune di Aversa. Si tratta di tre terreni ubicati nel Comune di Trentola Ducenta, e due edifici ubicati nel Comune di Aversa, in via Cesare Golia e via San Giovanni; oltre a depositi bancari per circa 101mila euro. Il valore economico stimato degli immobili è di circa 2 milioni e 700mila euro, di cui 1 milione e 700mila vale solo l’edificio di via Cesare Golia. Nel corpo della delibera era anche specificato che una parte dell’immobile di via Cesare Golia è concesso con comodato d’uso gratuito ventennale dal 2001 alla Caritas e un’altra parte all’associazione di volontariato “Le Vincenziane” in comodato d’uso gratuito ventennale dal 2003: uno già scaduto e un altro in scadenza a maggio 2023. Inoltre, una terza porzione è locata all’Istituto scolastico “Sant’Agostino impresa sociale srl” per la cifra di 24mila euro annui».

Consigliera, in parole semplici di cosa parliamo? «In sostanza, – risponde D’Angelo – il Comune di Aversa da un immobile di 4mila metri quadrati coperti, più 780 metri quadrati scoperti, ricaverebbe, se i contratti restano invariati così come previsto dalla delibera approvata dalla maggioranza Golia, solo 24mila euro annui. Uno scandalo. Ho proposto che fosse approvata la delibera solo per le parti che portassero all’acquisizione degli immobili e della liquidità e che fosse cassata la parte in cui si prevedeva il mantenimento dei comodati d’uso gratuito e del contratto di locazione. Tutto inutile».

Non le sta bene che il Comune aiuti la Caritas e la Diocesi? «Di fronte alla codardia e ai balbettii dell’Amministrazione Golia occorre fare delle spiacevoli precisazioni. I contratti di comodato d’uso gratuito sono scaduti e, quindi, non si comprende perché l’opera, pur meritevole, della Caritas non possa svolgersi all’interno di edifici di proprietà ecclesiastica che pur ne sono tanti in tutta la Diocesi come, ad esempio, quell’edificio ubicato in piazza Mercato, orrenda mostruosità urbanistica che deturpa una delle più belle piazze aversane (se si ristrutturasse e riqualificasse), mezzo diruto, per ottenere il quale il Comune di Aversa avrebbe dovuto pagare 100mila euro, oltre a cedere la proprietà del chiostro della chiesa di Sant’Antonio; oppure come l’edificio scolastico in via Ovidio per il quale il Comune di Aversa ha pagato, in piena pandemia, circa 100mila euro per otto mesi di affitto e per i lavori di ristrutturazione eseguiti. Oppure vogliamo puntualizzare che il Comune di Aversa ha pagato alla Caritas la bellezza di 33.575 euro per l’accoglienza di 20 senzatetto per il periodo dal 1 febbraio al 30 giugno 2022. E pare che il progetto va ancora avanti con la profusione di ulteriori risorse economiche del Comune di Aversa. Oppure vogliamo parlare dell’ex Casa Morano a Costantinopoli che la Diocesi ha affittato ad un noto imprenditore aversano che ha a sua volta subaffittato all’Agenzia delle Entrate? Ancora, è possibile che una superficie di circa 1.300 metri quadrati (solo interni) sia locata ad una società a responsabilità limitata (quindi una normale società, non un ente morale o un’associazione del terzo settore con finalità benefiche) ad un canone ridicolo di 24mila euro? Ma stiamo scherzando?». – continua sotto –

In effetti c’è da pensare, ma si fa del bene o sbagliamo? «Alcune posizioni, oltre che essere servilmente sciocche, hanno anche la protervia stantia del conformismo ottuso. A fare da collante, poi, l’arrivismo letale di chi sgomita per dimostrare la propria “affidabilità” politica e sociale al mantenimento di status quo consolidati, a prescindere dalla valutazione oggettiva degli interessi in campo. La Caritas può svolgere la sua attività, meritoria e lodevole, in edifici di proprietà ecclesiastica che specie nel nostro territorio sono innumerevoli e tutti ottimamente e oculatamente messi a reddito, a differenza di quello che succede per le proprietà comunali. Gli edifici di proprietà comunale devono essere utilizzati per finalità pubbliche o il loro reddito deve supportare attività pubbliche. Diversamente è una sottrazione di risorse pubbliche alla collettività a favore di enti non pubblici. La Caritas può aiutare 100, 1000, 10mila persone al giorno; ciò rientra nelle sue finalità costitutive da svolgersi in strutture ecclesiastiche e con fondi raccolti da donazioni private o similari. Nulla a che vedere con le finalità e le risorse dello Stato e degli Enti locali: lo Stato e la Chiesa sono separati ed autonomi, nel caso qualcuno se ne fosse scordato. Inoltre, in questa cieca e furente guerra religiosa si occulta un altro dato che invece riguarda, checché se ne dica, una srl (una società commerciale normale senza alcuno scopo benefico), una scuola parificata che paga solo 2mila euro al mese per una superficie locata di 1.500 metri quadrati. A me importa che, ad esempio, quei 1.500 metri quadrati generino un reddito mensile di almeno 7/10 euro al metro quadrato – prezzo di mercato – per pagare, ad esempio, il riscaldamento nelle scuole comunali pubbliche o per aggiustare i solai delle scuole pubbliche ed eliminare le infiltrazioni oppure per dare borse di studio per alunni delle scuole pubbliche e non foraggiare attività e scuole private».

Lei ha fatto anche strana scoperta. Di cosa si tratta? «Non si comprende perché l’edificio di via Cesare Golia non compaia nella ricognizione delle proprietà comunali allegate al bilancio mentre, invece, via San Giovanni è presente. Non si comprende chiaramente, inoltre, la successione degli atti di trasferimento di tutte le proprietà del testamento Maresca da cui origina la donazione di tante proprietà immobiliari. Aversa ha bisogno di alzare la testa, di drizzare la schiena. Ha bisogno di confrontarsi con la Chiesa e i suoi rappresentanti in misura paritaria senza genuflessioni e servilismo. Ha bisogno di riappropriarsi del controllo del suo territorio e della sua dignità istituzionale. Non siamo vassalli di nessuno, neanche della Diocesi».

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