Alfredo Cospito, Donzelli (Fdi): “E’ un influencer della mafia incoraggiato dal Pd”. Caos alla Camera

di Redazione

Alfredo Cospito “è un influencer che la mafia sta utilizzando per far cedere lo Stato sul 41 bis.   E’ un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere”. Lo ha affermato alla Camera il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli. – continua sotto – 

“Dai documenti che si trovano al ministero della Giustizia, – ha detto Donzelli (guarda il video in alto) – Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: ‘Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41 bis. Cospito rispondeva: ‘Dev’essere una lotta contro il 41 bis, per me siamo tutti uguali’. Ma lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”.

“Se stop 41 bis per motivi salute che fa Messina Denaro?” – “Se passa il principio per cui Cospito per problemi di salute che si è provocato da solo facendo lo sciopero della fame deve lasciare il 41 bis, che facciamo con Matteo Messina Denaro che ha condizioni di salute più gravi che non si è provocato da solo?”, ha proseguito Donzelli.

Bagarre alla Camera – Subito dopo le parole di Donzelli, pronunciate durante l’esame della proposta di legge sulla istituzione della commissione Antimafia, è scattata la bagarre nell’Aula della Camera. Oltre al Pd anche M5s, Azione-Iv, Avs e +Europa chiedono a Donzelli di tornare sui suoi passi. “Ammettere un errore e chiedere scusa a volte è una prova di forza”, ha detto Vittoria Baldino (M5s). “Ogni tanto a qualcuno parte la frizione, può capitare – le ha fatto eco il renziano Roberto Giachetti – uno mantiene il punto politico e dice, ‘nella parte finale ho mi è partita la frizione'”. “Ne può uscire solo se chiede scusa. Ha detto una sciocchezza offendendo la memoria di chi ha contrastato con forza la mafia”, ha aggiunto Angelo Bonelli. “Manifestiamo la nostra solidarietà ai deputati Pd chiamati in causa”, ha detto Benedetto Della Vedova. – continua sotto – 

Serracchiani (Pd): “Rilevanza penale parole Donzelli, Meloni che dice?” – “L’aula di oggi era chiamata in modo unanime ad approvare la proposta di legge istitutiva della commissione Antimafia. Su questo pensiamo che ci debba essere unità. Questa unità è stata insozzata dalle parole di Donzelli, che sono gravissime e hanno contenuto e carattere di rilevanza penale. Visto che Donzelli ha importanti ruoli istituzionali, ci chiediamo se questa sia la posizione del presidente Meloni. Chiediamo alla presidente Meloni di prendere una posizione chiara. Ci dica la presidente Meloni se la pensa allo stesso modo”. Così Debora Serracchiani, in un punto stampa fuori da palazzo Montecitorio dopo la bagarre in aula.

“Mai messo in dubbio 41 bis” – “Il Pd non ha mai messo in dubbio il 41 bis e non ha mai dubitato delle decisioni prese in questo periodo sul caso Cospito – ha proseguito la Serracchiani -. Abbiamo solo chiesto al ministro Nordio di valutare per ragioni umanitarie che riguardano le condizioni di salute del detenuto. Il ministro Nordio, confermando il 41 bis ha spostato Cospito in un altro carcere pur nel 41 bis, garantendogli cure. “Abbiamo posto come prioritaria la soluzione della questione di stamani in Aula – ha continuato la capogruppo del Pd -. Riteniamo debba essere il presidente della Camera ad intervenire in quanto Donzelli non ritiene di poter fare da solo”.

Donzelli: “Non chiedo scusa, vado volentieri da giurì d’onore” – “Non devo chiedere scusa su niente, non ho detto niente di sconveniente. Andrò ben volentieri dal giurì d’onore”. Così il deputato FdI Giovanni Donzelli parlando con i cronisti dopo la bagarre scoppiata in aula. “Che Cospito fa questa battaglia per gli altri e non solo per se stesso è negli atti. È una posizione legittima, io non la condivido ma è legittima. Noi siamo per il carcere duro. Mi aspetto che la sinistra italiana che sta balbettando su questo chieda scusa”, ha aggiunto. – continua sotto – 

Chi è Cospito – Nato a Pescara nel 1967, ma residente nel quartiere San Salvario di Torino, ritenuto uno degli elementi di spicco della galassia degli anarchici piemontesi, Alfredo Cospito è considerato uno dei leader della Fai, la Federazione anarchica informale, movimento composto da vari gruppi dediti all’intimidazione armata rivoluzionaria e ritenuto dagli inquirenti un’associazione per delinquere con finalità di terrorismo. E’ il primo anarchico a finire al 41 bis, misura disposta lo scorso maggio per quattro anni. Da ottobre 2022 è in sciopero della fame e le sue condizioni di salute continuano a peggiorare di giorno in giorno. A dicembre il Tribunale di sorveglianza ha respinto il reclamo avanzato dai suoi difensori contro il regime di carcere duro. Una decisione contro la quale i legali hanno fatto appello in Cassazione.

Le condanne – Cospito è in carcere da 10 anni per la gambizzazione, nel 2012, dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un attentato rivendicato dal Nucleo Olga della Fai con una lettera inviata al Corriere della Sera. Cospito venne arrestato quasi subito con il suo complice ed amico, Nicola Gai. Quest’ultimo è tornato libero nel 2020 dopo uno sconto della pena in appello. Mentre era in carcere, Cospito è stato accusato anche dell’attentato del 2006 contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Due ordigni erano stati piazzati all’interno di due cassonetti all’ingresso dello stabile senza però causare né morti né feriti. Per quell’atto è stato condannato dalla corte d’appello a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. Sedici anni e sei mesi per la compagna Beniamino. La Cassazione, invece, ha ritenuto si trattasse di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio. Lo scorso dicembre la corte d’Assise d’appello di Torino ha sollevato una questione di legittimità costituzionale e ha disposto la trasmissione degli atti alla Consulta.

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