Monza, “Star bene a scuola”: concluso il progetto su bullismo, droga e violenza

di Redazione

di Luisa D’Elia – Si è concluso oggi il programma di appuntamenti organizzati nell’ambito del progetto “Star bene a scuola” su bullismo, droga e violenza di genere. Era iniziato lo scorso 10 novembre al Binario 7 a Monza con il primo incontro rivolto alle famiglie degli alunni dell’Istituto Comprensivo Raiberti, ideatore e promotore dell’iniziativa. Grazie alla sensibilità del dirigente scolastico Antonio Prizio, della vice preside Laura Diodato, e dei referenti del progetto Anna Passaro e Adriano Belfiore, ad essere coinvolti sono stati oltre 200 genitori e 550 alunni (di cui 400 della scuola secondaria Ardigò incontrati al Teatro Manzoni lo scorso 15 novembre). – continua sotto – 

Durante i tre appuntamenti – l’ultimo svoltosi questa mattina nella palestra della scuola Rubinowicz in via Magellano dove si sono radunati gli alunni delle classi quinte dell’Istituto – genitori e bambini hanno seguito in modo partecipato e attento il seminario informativo condotto dal Capitano dell’Arma dei Carabinieri di Monza Massimo Polinori, dal vice brigadiere Anna Ricci e dalla dottoressa Alice Iacono, psicologa clinica, psicoterapeuta, responsabile del centro antiviolenza “White Mathilda”.

L’attività di informazione e sensibilizzazione, fortemente voluta dal team di esperti per toccare tematiche di interesse collettivo note e meno note per grandi e piccini, ha raggiunto gli obiettivi auspicati. Il Capitano Polinori ha commentato: «Incredibile la nostra soddisfazione per le conferenze tenute con le famiglie – genitori e alunni – dell’Istituto Comprensivo Raiberti. Il successo riscosso va oltre ogni più rosea aspettativa. I ragazzi hanno seguito con devozione ed educazione che non ha eguali. Affamati di conoscere e sapere. Ci hanno inondati con una sequela incredibile di domande. Il progetto che stiamo portando avanti ha trovato terreno fertile nei confronti di quanti si vedono costretti a confrontarsi spesso con situazioni che non appartengono alla propria quotidianità. Con questo progetto puntiamo a offrire strumenti per meglio comprendere che certe azioni commesse dai ragazzi, ma anche dagli adulti non sono banali, anzi spesso sono veri e propri reati punibili dalla legge. L’auspicio è che attraverso la nostra attività divulgativa, che coniuga competenze trasversali, tecniche e psicologiche, sempre meno giovani possano essere coinvolti in attività criminali».

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri e l’Associazione “White Mathilda”, ha visto ragazze e ragazzi attenti, preparati, spigliati, curiosi, i veri protagonisti degli incontri attraverso tante domande. Hanno stimolato e arricchito i contenuti presentati con tatto e attenzione dal team di specialisti. Ecco una carrellata di commenti raccolti a fine mattinata oggi: «bisogna smetterla con la violenza, è ingiusta per chi la compie e chi la riceve» ha detto A. di 5 B Rodari, «la violenza lascia il segno nell’anima della persona che la subisce», ha aggiunto M. di 5 C Rodari, «non conoscevo le droghe sintetiche e i loro gravi effetti», ha sottolineato R. di 5 A Rubinowicz, «non conoscevo l’esistenza del codice penale», ha fatto eco R. di 5 A Rubinowicz, «giornata molto bella e interessante, non sapevo che per il bullismo si può andare in carcere», ha concluso T. di 5 B Rubinowicz. Il messaggio che arriva unanime dai più piccoli è «non picchiate le donne, la violenza verso le donne è una violenza contro se stessi, perché siamo tutti ugualmente essere umani». SOTTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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