Napoli, blitz anticamorra a Ponticelli: 59 arresti. Clan chiedeva soldi per case popolari

di Redazione

Un maxi blitz all’alba, a Ponticelli. Una operazione anticamorra a Napoli di carabinieri e polizia che ha portato all’arresto di 59 persone, più 4 divieti di dimora, tra affiliati e vertici del cartello composto dai clan De Luca-Bossa, Minichini, Casella, Rinaldi e Reale: una delle più potenti alleanze criminali della città, famiglie malavitose che gestiscono il pizzo e il mercato della droga nella zona orientale del capoluogo partenopeo. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi. Solo in tre sono, al momento, sfuggiti all’arresto. – continua sotto –

Tra gli illeciti emersi dalle indagini c’è la gestione degli alloggi popolari: gli occupanti versavano una somma mensile alle cosche, una specie di affitto; inoltre si faceva ricorso alla violenza per costringere gli inquilini regolari ad andare via anche se indigenti o con figli in tenera età. Partono proprio da un episodio di violenza nei confronti di chi non aveva la possibilità di pagare le indagini della squadra mobile, del commissariato «Ponticelli» e del nucleo investigativo dei carabinieri che oggi si sono concluse con la notifica delle misure cautelari. Tra i sessantasei destinatari dei provvedimenti ci sono i vertici delle famiglie malavitose locali, dai De Luca Bossa ai Minichini passando per i Casella.

Le indagini hanno anche fatto luce su una serie di episodi caratterizzati da minacce e violenze nei confronti di un collaboratore di giustizia e la sua famiglia per costringerlo a ritrattare. La vittima, il detenuto Tommaso Schisa, insieme con la sua famiglia, ha subito tra settembre e novembre 2019 minacce, violenze, furti e danneggiamenti in casa. Il clan, pur di raggiungere il suo obiettivo non si è fermato neppure davanti alla sua famiglia. Di queste azioni violente sono accusati sette indagati ritenuti dagli investigatori legati al clan.

Tra gli episodi documentati nelle 1517 pagine di cui è composta l’ordinanza del gip Linda Comella c’è l’allontanamento da una casa popolare di una giovane coppia, Antonietta D’Amico e Francesco Petri, genitori di un bimbo di pochi anni. Si trattò della vendetta di Alessio Bossis, con cui la donna aveva avuto una relazione prima di riconciliarsi con il compagno. In un’intercettazione Bossis racconta a un amico il tradimento e la successiva punizione: «Tonia è andata a villeggiare fuori, pure Checco, pure Fabiana, tutti quanti fuori»: Tonia è la D’Amico, Checco il fidanzato, Fabiana la madre di quest’ultimo. La coppia poté far ritorno nell’appartamento solo dopo l’intervento di uno zio della ragazza, a sua volta un elemento importante della camorra di Ponticelli, all’epoca (2019) detenuto a Voghera. IN ALTO IL VIDEO

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