Aversa, Oliva convoca il Consiglio per 23 e 24 novembre. Dubbi sui numeri della maggioranza

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Il consigliere anziano Alfonso Oliva, nella qualità di presidente del Consiglio Comunale dopo le dimissioni rassegnate da Carmine Palmiero, ha convocato l’Assise per i giorni 23 e 24 novembre prossimi per eleggere il nuovo, così come aveva promesso nella giornata di ieri quando aveva ricevuto le critiche della maggioranza che sostiene il sindaco Alfonso Golia: “Si sta giocando sulla pelle della città, non della maggioranza che la guida”. – continua sotto –

L’esponente di Fdi, da parte sua, aveva rassicurato: “Ho otto giorni per convocare il Consiglio. Palmiero si è dimesso il 10 novembre. Oggi (ieri per chi legge, ndr.) siamo al 14; con sabato e domenica compresi sono trascorsi quattro giorni. Domani, 15 novembre, convocherò la seduta. In questi giorni ho incontrato alcuni esperti del settore, la dirigente e il segretario comunale”.

Da sottolineare che per l’elezione del nuovo presidente, così come previsto dal terzo comma dell’articolo 36 dello Statuto Comunale, in prima convocazione è necessaria la maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati e con la maggioranza assoluta nelle successive votazioni, ossia 17 consiglieri (i due terzi di 25, sindaco compreso) in prima battuta o 13 nelle successive. Numeri che per l’attuale maggioranza rappresentano una chimera, considerato che in occasione delle ultime sedute di Consiglio comunale non si è riusciti a mettere insieme nemmeno dieci consiglieri.

Ma non finisce con la nomina del presidente. Infatti, c’è da deliberare anche sulle prescrizioni della Corte dei Conti. Una decisione difficile già per quanto riguarda le modalità di tenuta del civico consesso. Due le scuole di pensiero. Una prima vuole che le delibere richieste dalla Corte vadano ad “aggiustare” due bilanci consuntivi (2017 e 2018) e il bilancio programmatico 2022 2024 incidendo direttamente nei conti del Comune tanto che questi aggiustamenti provocheranno la necessità di un riequilibrio o, addirittura, di un predissesto o dissesto. Per cui necessitano le maggioranze e i termini richiesti per le approvazioni dei bilanci, ossia documentazione a disposizione per venti giorni prima della seduta e approvazione della relativa delibera con la maggioranza assoluta di 13 voti favorevoli. – continua sotto –

La seconda tesi ritiene che si vada ad approvare non un nuovo bilancio, ma una prescrizione della Corte dei Conti, per cui bastano cinque giorni prima per la documentazione e la maggioranza dei consiglieri presenti per l’approvazione.

Pare, ma non è certo, infine, che dopo l’approvazione (in qualunque modo avvenga) sia necessario l’adeguamento degli strumenti contabili da parte degli uffici comunali, il successivo passaggio in giunta e, infine, l’approvazione come se si trattasse di un nuovo bilancio. Insomma, sembra sia vero tutto e il contrario di tutto con un guazzabuglio amministrativo che le dimissioni del presidente Palmiero ha reso ancora più ingarbugliato.

Intanto, impazza il toto presidente con una decina di consiglieri che anelano a farlo o al quale vorrebbero farlo fare. I nomi più gettonati sono quelli dei due “grandi vecchi” del Consiglio comunale. In ordine alfabetico: Paolo Santulli, già parlamentare e consigliere comunale di lungo corso; Giuseppe Stabile, già vicesindaco, già presidente del Civico consesso e anche lui consigliere comunale da tempo immemorabile. Difficilmente il primo accetterebbe, stante l’attuale situazione politica; difficilmente i sagliocchiani accetterebbero la nomina del secondo, ricordando quando mandò a casa Giuseppe Sagliocco. Alla fine, scartato Roberto Romano, potrebbe spuntarla un outsider che tira calci da tempo: Paolo Cesaro. Il problema sono i voti per eleggere il presidente; il pericolo è che, se eletto, come si dice dalle nostre parti, duri da Natale a Santo Stefano.

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