Aversa, la politica tra “miracolati” e “onniscienti”

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – C’è chi non crede ai miracoli ma di sicuro credono ai miracoli coloro che decidono di “buttarsi” in politica. Naturalmente ci riferiamo non a chi si definisce “prestato alla politica” ma a chi decide di trovare nella politica un posto di lavoro temporaneo, ovvero fino a quando resteranno in politica, o definitivo per il loro futuro. – continua sotto –

Questo è uno dei due “miracoli ” che fa la politica, l’altro è quello di dare la capacità di essere onnisciente a coloro che vengono eletti, in particolare se occupano un posto di comando come un ministero un assessorato, regionale o comunale che sia. Così, grazie al primo miracolo, si assiste all’assunzione in posti importanti e ben remunerati di “personaggi politici” che in precedenza non avevano una collocazione precisa in attività lavorative, a differenza di quelli che si definiscono “prestati alla politica” lasciando intendere che il prestito sarà a termine, cosicché a fine incarico torneranno al lavoro precedente.

Circa il secondo miracolo, quello della onniscienza, leggendo gli incarichi loro assegnati vediamo che, entrando in politica, si trasformano in esperti di tutto, persino di argomenti che, forse, prima non avevano mai sentito nominare. Con l’acquisizione dell’incarico, però, non solo ne acquisiscono d’incanto la competenza ma si pongono anche come promotori di cambiamenti destinati a modificare la vita degli elettori.

Un’ultima osservazione che viene spontanea, leggendo gli incarichi affidati agli assessori comunali, in questo caso di Aversa, è dettata dal numero delle deleghe di cui ciascuno degli stessi assessori ha la responsabilità. Un numero così alto che viene normale chiedere come possano garantirne efficacemente lo svolgimento, ottenendo risultati utili alla città e ai suoi abitanti in tutti i settori?

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