Aversa, la “doppia faccia” del cimitero: ingresso “impeccabile” ma all’interno erbacce, sporcizia e viali dissestati

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Se “il cimitero rispecchia la civiltà di un popolo”, così come affermato da Rowena Coles dell’Università di Urbino, quello di Aversa rispecchia non solo la civiltà del popolo ma anche il detto popolare degli aversani che ne sottolineano la “doppia faccia come l’orologio dell’Annunziata”. – continua sotto –

Questo perché, entrando nel luogo sacro, si ha un’impressione ottima. Un piazzale pulito, fiori dappertutto che invogliano ad entrare; poi, percorrendone i viali, si incontra la realtà dell’altra faccia. Una realtà desolante. Non solo erba incolta, cresciuta, ingiallita, a rischio di incendio con il caldo torrido di questi giorni, ma anche e soprattutto delle condizioni generali in cui è tenuto. Passando per i viali e i campi di inumazione si incontrano pavimentazioni degradate, in alcuni casi mancanti di pezzi, ripiene di erba che cresce attraverso l’asfalto e campi di inumazione lasciati all’incuria e perfino tombe coperte da erbaccia che lascia intravedere soltanto delle croci di ferro indicative dei luoghi in cui erano o ci sono ancora le sepolture.

Considerando che l’amministrazione comunale ha un assessore preposto al Cimitero e che esistono degli operatori municipali che vi lavorano viene normale chiedere perché si consenta che questo luogo venga tenuto in condizioni così indecorose. Normalmente, in tutte le case in cui viviamo i nostri giorni terreni non consentiamo che ci sia disordine, sporco, rifiuti. E allora perché nella casa in cui dovremo abitare in eterno lo concediamo?

Probabilmente si aspetta che i morti escano dalle tombe per organizzare un corteo di protesta lungo via Roma con riunione finale in piazza Municipio per sollecitare i componenti dell’amministrazione a prendere in considerazione le loro necessità? Se accadesse sarebbe fantascienza. Per questo ci rivolgiamo a chi è tenuto a garantire il decoro della casa della dimora eterna perché intervenga, ricordando che siamo tutti in sala di attesa. IN ALTO IL VIDEO

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