Aversa, Golia: “Al lavoro per recuperare ingranaggio settecentesco orologio Annunziata”

di Francesco di Biase

Aversa (Caserta) – Arrivano buone notizie per gli aversani, che lasciano ben sperare per il definitivo recupero dell’ingranaggio settecentesco dell’orologio dell’Annunziata. A rendere noti gli ulteriori ma seppur vaghi sviluppi della vicenda, ma che comunque rappresentano un’ufficiale ‘presa in carico’, è lo stesso sindaco Alfonso Golia: “Il nostro prossimo obiettivo è recuperare l’ingranaggio dello storico orologio di Porta Napoli, il nostro arco dell’Annunziata. Abbiamo già ricostruito i diversi passaggi amministrativi, ora dobbiamo avviare le procedure per riportare l’ingranaggio al suo posto in città”. – continua sotto – 

Il primo cittadino inoltre aggiunge: “Voglio ringraziare i tanti cittadini e anche i giornalisti per averci aiutato a riaccendere l’attenzione su questo tema e, in alcuni casi anche di averci fornito informazioni importanti per ricostruire tutti i passaggi storici”. Non tutti i cittadini sanno che l’orologio bifacciale che campeggia sullo storico “Arco dell’Annunziata”, monumento simbolo della città di Aversa, l’antica “Porta Napoli”, oltre a non funzionare oramai da tempo, nasconde un segreto. Al suo interno non vi è, infatti, l’ingranaggio originario del ‘700, allocato nel suo casotto in pietra, ma un esemplare di costruzione moderna, funzionante con l’energia elettrica, installato nel 2000 in occasione dell’opera di ristrutturazione dell’intero complesso architettonico di proprietà comunale, arco e campanile, quest’ultimo edificato nel 1477 e completamente crollato nel 1677, probabilmente a causa di una saetta, e ricostruito definitivamente nel 1712.

Sappiamo, grazie anche ad una ricerca accurata del giornalista aversano Stefano Montone, che il prezioso meccanismo, che un tempo scandiva le ore delle giornate aversane, fu affidato per la riparazione, presumibilmente nel 1980 dopo il terremoto, ad uno dei più importanti restauratori ed esperti di orologi da torre, il Cavalier Salvatore Ricci di San Marco dei Cavoti, la cittadina in provincia di Benevento, che conta circa 3mila abitanti, famosa per il torrone, produzione tipica locale.

La fase di smontaggio dell’orologio fu ripresa anche dalle telecamere della Rai, che all’epoca muoveva i primi passi nelle edizioni regionali del telegiornale. Dopo l’affidamento, dal quale sono trascorsi oltre quarant’anni, il congegno meccanico dell’orologio non fu mai più rivendicato, lasciando così un pezzo di storia della  città ad un triste destino. Dato il tempo trascorso, infatti, sembrerebbe che la città di Aversa non abbia più alcun titolo per rivendicarne la proprietà, se non con un’opera di mediazione per un accordo amichevole. – continua sotto – 

Tornando alla collocazione attuale dell’opera di alta ingegneria meccanica settecentesca, sembrerebbe che la ‘macchina del tempo’ abbia trovato definitiva dimora nel ‘Museo degli orologi da torre’ della città di San Marco dei Cavoti, inaugurato solennemente il 17 novembre del 2000 nelle sale del prestigioso palazzo Cavaniglia. Il maestro orologiaio Ricci, non avendo ricevuto probabilmente nessuna richiesta di riconsegna – sempre che non abbia avuto il congegno in dono, senza alcuna pretesa di restauro o restituzione, in quanto non riparabile, cosa al momento non verificabile – lo fece confluire nell’insieme di congegni meccanici, una cinquantina in tutto, conservati nel museo beneventano e attualmente di proprietà del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che acquistò i preziosi orologi per promuovere iniziative museali allo scopo di diffondere la cultura scientifica.

Per la cronaca ricordiamo che la Pro Loco Aversa, guidata da Rosanna Santagata, mostrando interesse per la vicenda, si attivò inviando una lettera, a mezzo pec, al comune di San Marco dei Cavoti per chiederne la riconsegna. Al di là di ogni pretesa che vale la pena avanzare, speriamo che il congegno meccanico del settecento, dall’inestimabile valore storico, culturale ed identitario, possa far presto ritorno nella sua giusta e sacrosanta dimora, la nostra città, se non altro per esporlo come ricordo del nostro passato.

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