Ucraina, telefonata tra Draghi e Putin: si parla di pace e di gas

di Redazione

“Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace”. Così il premier Mario Draghi, secondo quanto si legge nel profilo Twitter ufficiale della presidenza del Consiglio, nel corso di un colloquio telefonico durato circa un’ora con il presidente russo Vladimir Putin “sull’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi”. – continua sotto –

Draghi ha sottolineato “l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale”, si apprende da Palazzo Chigi. Nel corso della telefonata, il premier italiano ha inoltre “ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia”. I due leader “hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto”, si apprende ancora da Palazzo Chigi. Anche il dibattuto tema del pagamento di gas in rubli, come richiesto dal Cremlino la settimana scorsa, è stato al centro del colloquio telefonico: “Il Presidente Putin ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli”, si legge in un passaggio della nota diramata da Palazzo Chigi.

Come spiega il Cremlino in una nota citata da Kommersant, il presidente russo ha riferito al premier italiano dell’andamento dei colloqui a Istanbul, fornendo anche spiegazioni sul pagamento del gas russo in rubli. “Su richiesta di Mario Draghi”, si legge, Putin ha fornito informazioni sull’andamento dei colloqui di pace e “sono stati forniti chiarimenti anche in relazione alla decisione di passare ai rubli nei pagamenti per le forniture di gas naturale a diversi paesi, tra cui l’Italia”.

“La pace la stiamo cercando, io la sto cercando veramente. Gli altri leader europei, come francesi e tedeschi, hanno avuto colloqui con Putin e li avrò anch’io”, aveva annunciato Draghi nella conferenza stampa di chiusura della ‘due giorni’ di Bruxelles, tentando di tenere viva la fiammella di una soluzione diplomatica che stenta ad arrivare. “Il modo migliore per dimostrare di volere la pace è cessare le ostilità e sedersi al tavolo – rimarcava -. Altrimenti vuol dire che si spera di guadagnare terreno. A un certo punto sicuramente verrà un tavolo di pace. Ma speriamo che arrivi prima della distruzione totale dell’Ucraina. Prima che avvenga quello che purtroppo è avvenuto con l’Unione Sovietica quando invase Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia”.

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