Aversa, nessun parente in ospedale e oss abusivi pagati in nero per fare le notti: il blitz di Luca Abete al “Moscati”

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – L’incursione di “Striscia la Notizia” all’ospedale “Moscati” di Aversa potrebbe avere messo in luce un problema. Luca Abete, inviato del tg satirico di Antonio Ricci, che in più occasioni si è interessato delle problematiche della città normanna, nel servizio andato in onda nella serata di lunedì ha dato voce ad una cittadina che affermava di non aver potuto prestare assistenza a un familiare perché in ospedale non poteva entrare nessuno, aggiungendo che la caposala avrebbe dato un elenco di tre o quattro persone che devono essere disponibili a fare la notte o il giorno, cosa che non sarebbe stata possibile a lei che avrebbe potuto restare anche 24 ore in ospedale per assistere il familiare non avendo problemi di Covid, attestato con un tampone negativo effettuate in pronto soccorso. Così, non potendo assistere personalmente il familiare, doveva “assumere” qualcuno che lo facesse al suo posto pagandola di tasca propria. – continua sotto – 

Il controllo fatto in ospedale dai collaboratori di Abete, interpellando il personale che non sapeva di essere ripreso, ha messo in luce che per quanto riguarda l’assistenza di persone non autosufficienti “ci siamo noi”, però andando oltre il giornalista ha verificato che sarebbe stato possibile trovare una scappatoia. Come riferito da un dipendente dell’ospedale “in ortopedia ci sono degli operatori che stanno vicino a loro e fanno le notti. Sono operatori socio sanitari (oss) che stanno facendo servizio in ospedale per cui fanno stare loro in tutti i reparti e così vi rivolgete al signor…… lui si trova in ortopedia lui è un po’ un factotum”. Dopo averlo trovato, i collaboratori di Abete hanno chiesto per una notte come funziona, ottenendo in risposta “c’è una ragazza ve la faccio conoscere e… niente”.

Alla richiesta di quanto dovesse pagare questo tipo di assistenza il factotum ha risposto 50 euro a notte, però nel caso ci fosse necessità durante il giorno o anche nel pomeriggio il prezzo sarebbe stato 25-30 euro da pagare non all’ospedale ma direttamente alle operatrici perché “sono private”. “Anche se sono esterne? “, hanno chiesto. La risposta è stata chiara: “Non fanno entrare nessuno qua dentro”. Proprio come si legge su un cartello inequivocabile, collocato nel reparto di ortopedia, che dice “È fatto divieto d’ingresso a tutto il personale estraneo all’unità di ortopedia”. La conferma è arrivata da una di queste operatrici incontrata all’esterno dell’ospedale. Dopo aver ribadito quanto registrato in precedenza dai collaboratori di Abete, questa ha aggiunto: “Solo noi possiamo entrare in quel reparto perché abbiamo l’accesso del primario”.

Un’affermazione per la quale abbiamo cercato conferma interpellando, attraverso WhatsApp, Achille Pellegrino, primario nel reparto di Ortopedia. “Al momento non posso rilasciare interviste. Sono a Bruxelles per lavoro, rientrerò mercoledì”, ci ha scritto in risposta alla nostra domanda, aggiungendo, però, l’ultima, in ordine di tempo, nota di plauso per le cure fornitegli durante la degenza, trasmessagli dal paziente Claudio C. che occupava il letto 10 della stanza 7. “Vi prego di accettare questo piccolo dono come ringraziamento per la vostra grande professionalità e gentilezza, siete delle persone squisite, tutto il personale è stato disponibile e un grazie speciale va a Raffaele e tutto il reparto di ortopedia che mi ha accudito come fosse uno di famiglia. Grazie”. A questo punto si impone la domanda: il servizio di Striscia ha davvero acceso le luci su un inghippo presente nell’ospedale Moscati? IN ALTO IL VIDEO

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