Teverola, valori di mercurio in acque reflue oltre il limite: chiusa azienda in area Pip

di Antonio Taglialatela

Teverola (Caserta) – Valori di mercurio, cianuri totali e fluoruri al di sopra del limite consentito dalla normativa ambientale. Sono quelli riscontrati, dall’Arpac, lo scorso ottobre, in uno scarico di acque reflue di pertinenza dell’azienda “Colma”, situata nell’area Pip di Teverola, dedita alla produzione di sistemi per serramenti e complementi per l’edilizia. – continua sotto –

Un’anomalia che l’agenzia regionale per la protezione ambientale trasmetteva al Comune di Teverola il 23 dicembre scorso, oltre che alla Procura di Napoli Nord per l’ipotesi di illecito penale. Nel frattempo, l’azienda inviava all’Arpac le proprie controdeduzioni, nonostante le quali, il 20 gennaio scorso, con ulteriore nota, l’agenzia confermava le valutazioni espresse. Scattava, il giorno dopo, una diffida all’azienda da parte dello Sportello unico attività produttive del Comune. Fino quando, ritenendo che l’azienda non avrebbe posto in essere azioni per eliminare le criticità rilevate, è giunta, nella giornata di ieri, 31 gennaio, un’ordinanza (scarica qui il documento) a firma del sindaco Tommaso Barbato con cui è stata sospesa l’autorizzazione unica ambientale alla “Colma” e imposta l’eliminazione delle criticità.

Un provvedimento giudicato “tardivo” dall’opposizione consiliare, tant’è che proprio ieri, nella stessa giornata in cui il sindaco aveva pubblicato l’ordinanza, si è registrato un acceso scontro in Consiglio comunale. Secondo il consigliere di minoranza Dario Di Matteo l’amministrazione si sarebbe mossa, a distanza di oltre un mese dalla nota dell’Arpac, solo dopo la pubblicazione, sul quotidiano “Il Mattino”, dei dati rilevati dall’agenzia, quindi solo a seguito del clamore suscitato dalla notizia di stampa tra l’opinione pubblica.

Le anomalie – “I problemi rilevati – riporta il Mattino – non riguardano solo gli scarichi idrici ma anche le emissioni in atmosfera. In un autocontrollo sempre riferibile al mese di ottobre, e di cui è giunta notizia al Comune di Teverola lo scorso 22 dicembre, è stato infatti riscontrato il superamento del valori limite del parametro “polveri totali” relativamente al camino E7 dell’azienda. Un valore che lascerebbe ipotizzare la violazione delle prescrizioni stabilite dall’autorizzazione”. Inoltre, sottolinea il quotidiano, “l’area tecnica comunale, a seguito della segnalazione di Arpac sulle anomalie legate alle polveri totali, ritenendo che esistano gravi violazioni che precludono la possibilità di esercita-re l’attività dell’impresa, ha anche accertato il mancato completamento dell’Iter procedurale per l’ottenimento dell’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio del nuovo stabilimento più recentemente realizzato dall’azienda”. – continua sotto –

Le controdeduzioni dell’azienda – L’azienda, intanto, potrà ricorrere al Tar contro l’ordinanza di sospensione delle attività. Già nei giorni scorsi aveva annunciato che se fosse sopraggiunta la chiusura avrebbe chiesto un risarcimento di 150mila euro al giorno. Sempre dalle colonne de “Il Mattino”, il direttore della “Colma”, Antonio Colantuono, ha spiegato che le anomalie dei campionamenti, effettuati in autocontrollo, sono scaturite da errori materiali e dal malfunzionamento dello scrubber. Sull’anomalia delle acque reflue, il laboratorio che aveva effettuato per conto della “Colma” l’analisi in autocontrollo, aveva comunicato all’Arpac di aver commesso un errore materiale nel prelievo del campione, riconducibile alla vasca finale nel corso di manutenzione ordinaria e non a quello del pozzetto post intervento. A questo proposito, Colantuono ha dichiarato di aver riferito all’Arpac che l’azienda aveva provveduto allo smaltimento dei reflui attraverso il ricorso a una ditta specializzata (la “Progest” di Gricignano, ndr.), con conseguente rilascio di un formulario dei rifiuti, nonché di aver effettuato la manutenzione per il malfunzionamento del sistema di dosaggio dei flocculanti. Un campionamento era stato effettuato anche il 7 ottobre, con valori nella norma. Mentre sulle emissioni del camino E7, lo stesso Colantuono ha spiegato che i valori sono oltre la soglia perché proprio il 5 ottobre ci sarebbe stato un problema allo scrubber per l’intasamento “imprevisto e occasionale degli ugelli utilizzati per spruzzare e somministrare in modo omogeneo e uniforme l’acqua”. E quello stesso giorno, sottolinea il direttore, c’è stato l’intervento, documentato, della ditta specializzata per ripristinare il regolare funzionamento e dunque “il reintegro del valore, come emerge da un successivo campionamento del giorno dopo”.

Area Pip a ridosso di abitazioni – L’area Pip in cui è situata l’azienda, nonostante sia a vocazione produttiva, rientra di fatto in un quartiere di Teverola densamente abitato da famiglie. Proprio la presenza di industrie nella zona da anni viene fortemente contestata da esponenti del mondo politico e delle associazioni ambientaliste ma anche da tanti cittadini che chiedono un censimento delle attività e lo “stop” a nuovi impianti o ampliamenti di quelli esistenti.

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