Casaluce, don Michele Verolla si difende da accuse comitato e incarica il “Team Crisileo”

di Redazione

Casaluce (Caserta) – Il parroco del santuario di “Santa Maria ad Nives” di Casaluce, don Michele Verolla, si difende da alcune notizie apparse nei giorni scorsi in cui si mette in dubbio il suo operato circa la raccolta e la gestione delle offerte della chiesa. A parlare sono i legali che il sacerdote ha incaricato di assisterlo: gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo del Foro di Santa Maria Capua Vetere. – continua sotto –

“Già ieri – hanno dichiarato gli avvocati Crisileo – abbiamo depositato una richiesta d’informazione ai sensi dell’articolo 335 del codice di procedura penale in favore di don Verolla, per conoscere l’esistenza o meno di un procedimento penale a suo carico, per conoscere la tipologia di reato per il quale sarebbe eventualmente iscritto e il nome del sostituto procuratore delegato. Se la risposta dovesse essere positiva chiederemo un immediato interrogatorio chiarificatore con il pubblico ministero designato e non esiteremo a formalizzare una denunzia per calunnia. In tema di diritto canonico, abbiamo interpellato anche un esperto in materia, il professor Raffaele Santoro, associato di diritto ecclesiastico e canonico all’Università Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Giurisprudenza”.

“Con grave violazione di legge, della quale si chiederà sia in sede penale che civile l’accertamento – continuano i due legali – è stato pubblicato nei giorni scorsi un comunicato stampa nel quale si mette in dubbio l’operato di don Michele Verolla. Lo scritto, a firma del signor G.C., quale presidente delegato del comitato festeggiamenti, segue temporalmente l’affissione di una serie di manifesti aventi le medesime tematiche, ovvero la richiesta di restituzione di ipotetiche somme conferiti dal comitato alla parrocchia per il funzionamento della stessa, e la rendicontazione precisa di tutti i cimeli, ori e argenti donati dai devoti a partire dal 1 gennaio 2000 alla data del 19 ottobre scorso, con espressa distinzione di quantità e tipologia del singolo conferimenti. Al netto dell’abnormità di entrambe le richieste, – sostengono gli avvocati – è notorio che il comitato (se da ritenersi validamente formato) è presieduto per statuto direttamente dal parroco, e che le somme vengono raccolte proprio nell’interesse dalla parrocchia, che dal comitato è coadiuvata nell’organizzazione degli eventi religiosi più sentiti dalla comunità di fedeli. Ed in tal senso va, altresì, precisato che non sussiste alcun obbligo formale, sia per norma statale che canonica, di nominare un comitato per i festeggiamenti, ben potendo procedere direttamente il parroco alla raccolta delle offerte. La creazione di un apposito comitato di raccolta, quindi, non è un dovere, quanto piuttosto una libera scelta espressione di ulteriore garanzia e trasparenza che don Michele Verolla ha voluto attuare come forma di rispetto nei confronti dei fedeli del santuario”.

“Vi è stato, tra l’altro, il 13 ottobre scorso – fanno sapere gli avvocati Crisileo – un incontro tra il signor G.C. ed il vescovo diocesano, con il quale è stato anche da quest’ultimo chiarito che non vi sono irregolarità contabili nella gestione del parroco, sicché davvero non si comprende il perseverare ad oltranza nelle medesime richieste. Peraltro, proprio per quanto riguarda gli aspetti di diritto canonico, alla luce della complessità della materia, che coinvolge direttamente l’amministrazione dei beni ecclesiastici, come ha spiegato il professor Raffaele Santoro, associato di Diritto Ecclesiastico e Canonico dell’Univanvitelli, ‘spetta solo ed esclusivamente all’ordinario diocesano il potere di vigilanza e controllo sulla retta amministrazione dei beni della Parrocchia, la cui gestione deve sempre avvenire nel rispetto di quanto prescritto di Codice di Diritto Canonico’. Nessun potere in materia ha, dunque, un comitato festeggiamenti se non quello di rappresentare le proprie rimostranze all’ordinario diocesano, quale unica autorità titolare del potere di verificare e accertare l’eventuale violazione delle norme canoniche in materia di amministrazione dei beni temporali”. – continua sotto –

“In ogni caso – continuano i legali del sacerdote – l’infondatezza di tutte le dichiarazioni del signor G.C., sia giornalistiche che in atti giudiziari, con le ovvie conseguenze in termini di sussistenza del reato di calunnia, sarà tema di approfondimento con il sostituto procuratore della Repubblica designato, dal quale don Michele Verolla è sin d’ora pronto ad essere ascoltato. Parimenti, si precisa che, nel rispetto sia delle norme del codice penale che del sentimento religioso dei fedeli, non saranno tollerate interruzioni o invettive all’interno della chiesa o sul sagrato della stessa”. “Ci si riserva, altresì, nel dovere di tutelare l’onore ed il decoro del proprio assistito, – concludono gli avvocati – ogni ulteriore iniziativa conseguente alla pubblicazione di ulteriori scritti da parte del signor G.C., sia mediante manifesti per pubblica affissione che su qualsivoglia social network”.

Nella foto, in alto don Michele Verolla, sotto da sin. il professor Raffaele Santoro e gli avvocati Crisileo

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