Carinaro – Incarico allagamenti, Masi: “Perché i bollenti spiriti si sono spenti?”

di Redazione

Carinaro (Caserta) – Le brevi piogge, sia pure intense, dello scorso 3 novembre hanno riproposto in tutta la loro drammaticità i gravi fenomeni di allagamento sotto il ponte della chiesa e nella zona circostante. A fronte dell’annosa e gravissima problematica che perdura in quella zona, sia il consigliere Stefano Masi che, successivamente, la consigliera Rachele Barbato, ex esponenti della maggioranza, oggi indipendenti in Assise, da circa un mese hanno richiamato l’attenzione dell’amministrazione Affinito per conoscere quali iniziative stesse mettendo in campo, a partire dalla elaborazione del  progetto esecutivo, per spendere i fondi che il Comune di Carinaro, insieme ad altri comuni della provincia di Caserta, aveva ottenuto dallo Stato nel quadro delle misure volte a fronteggiare i fenomeni di dissesto idrogeologico. – continua sotto –  

«Le nostre sollecitazioni – spiega Masi, che oggi ritorna sulla vicenda – nascevano non solo dalla constatazione che il Comune di Carinaro, rispetto alla sua richiesta originaria di 2 milioni e 500mila euro, aveva ottenuto un finanziamento di soli 1 milione e 200mila euro, e quindi dalla preoccupazione che le risorse assegnate non fossero sufficienti a risolvere questa storica e  grave emergenza del nostro paese, ma anche dalla notizia che il complesso progetto esecutivo era stata affidato, con la  procedura della trattativa privata, quindi senza alcun confronto competitivo, ad un professionista di Aversa, dal cui curriculum non emerge alcuna precedente esperienza professionale in materia idraulica e di dissesto idrogeologico. Le acque che vengono convogliate nel grande collettore sono enormi. Esse provengono anche da alcuni comuni posti a nord di Napoli e quando incontrano sotto il ponte quelle provenienti dalla nostra fognatura elementare, esercitano una tale pressione che esondano ed allagano l’intera zona, peraltro bassa e altimetricamente depressa rispetto a tutto il paese. In buona sostanza, la complessità tecnica di quel problema meritava prima un tavolo politico e tecnico allargato all’intera Amministrazione, nel quale fossero coinvolti preliminarmente professionisti di grande livello, comprese le facoltà universitarie, e poi una gara massimamente partecipata finalizzata all’individuazione di una figura prestigiosa».

E qui il consigliere ritorna sull’incarico diretto affidato ad un professionista aversano. «L’amministrazione, invece, ha incaricato, con una trattativa diretta, una persona senza comprovate competenze specifiche, che però, come confermato anche dalla collega Rachele Barbato, godrebbe dell’amicizia e stima di un assessore del nostro comune, con il quale, a quanto si dice, fino a qualche anno fa, condivideva anche i locali di un noto studio professionale aversano. Insomma, una questione di rilevantissimo interesse pubblico per la nostra comunità viene trattata come una questione del tutto privata, non a caso tra i compenti l’amministrazione nessuno ritiene di dover chiarire». A questo punto, Masi si pone alcuni interrogativi: «Ma è possibile che giovani amministratori che dai palchi promettevano un Comune che sarebbe stata una “casa di vetro”, oggi che sono squadra di governo smentiscano se stessi con così tanta facilità? È mai possibile che, sebbene nei mesi scorsi in maggioranza ci fosse chi giurava che avrebbe fatto il diavolo a quattro pur di garantire che la progettazione fosse affidata a un profilo professionale adeguato, ora con l’avvicinarsi del rimpasto di governo fa finta di nulla? Cosa dobbiamo pensare? È stato anteposto il proprio strapuntino all’interesse generale o a spegnere i bollenti spiriti è stata la prospettiva dei futuri incarichi professionali?».

«Dispiace davvero – incalza Masi – dover fare delle ipotesi così miserevoli, ma d’altronde il silenzio della maggioranza sulla questione autorizza chicchessia ad ipotizzare questo e forse anche altro! Ad ogni modo, se cioè avessi ragione sulle motivazione del perché nessuno fiata, voglio ricordare a tutti i colleghi che siamo stati eletti per il perseguimento degli interessi della comunità, e nessuna promessa, nessun incarico in giunta o a professionisti amici potrà ricompensare il tradimento della nobile missione assegnata. Il successo della soluzione progettuale dei lavori di via Piave, infatti, è troppo importante per essere merce di scambio». Rivolgendosi a tutto il Consiglio comunale, Masi conclude: «Cari colleghi, se qualcuno vi avesse convinto a ragionare in questi termini, in particolare chinando la testa su via Piave e sui quei problemi, sappiate che quel qualcuno ha già vinto la sua battaglia: vi ha fatto diventare uguali a lui».

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