Aversa, mercato ortofrutticolo: ma il Comune li ha spesi davvero i 2 milioni che chiede agli operatori?

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Ma il Comune di Aversa li ha davvero spesi quei soldi che chiede agli operatori del mercato ortofrutticolo? Una domanda che sorge spontanea mentre si teme di vedere andare in fumo i 2 milioni di euro che l’Ente aveva chiesto ai concessionari. Nel giro di due settimane, infatti, il Tar Campania ha condannato per due volte il Comune a produrre i documenti che sarebbero a fondamento della richiesta di pagamento avanzata nei confronti degli operatori che avevano occupato spazi nella struttura. – continua sotto –

A seguito degli atti di diffida a pagare una somma complessiva di circa 2 milioni di euro per la gestione del mercato, alcuni operatori avevano proposto opposizione chiedendo la prova delle spese effettuate. Il Comune si era limitato a depositare in giudizio, davanti al Tribunale di Napoli Nord, le delibere di approvazione dei bilanci dell’ente, ma senza allegati. Dopo la ditta Fratelli De Rosa snc di Carmine Napolitano, per il tramite dell’avvocato Fabio Roselli, anche la ditta Puca Angelica Snc, rappresentata dallo stesso legale, alle quale era stato chiesto il pagamento di oltre 100mila euro, dopo aver contestato l’assenza agli atti del Comune di documentazione comprovante la spesa effettivamente sostenuta nel corso degli anni per la gestione dell’area mercatale e alla cui copertura la società ricorrente avrebbe dovuto contribuire, ne ha fatto richiesta senza successo. Da qui il ricorso ai giudici amministrativi che hanno accolto la domanda, con conseguente ordine di esibizione della documentazione richiesta e la condanna al pagamento di 1500 euro.

«Faccio anzi tutto i complimenti al mio legale per l’ottimo lavoro svolto. Questa sentenza – ha dichiarato Romeo Tirozzi, socio della società ricorrente – certifica l’inerzia dell’amministrazione nella gestione delle relazioni con gli operatori del mercato ortofrutticolo e il completo disinteresse verso la definitiva riapertura. Da 25 mesi siamo senza lavoro. Non regge ormai più neppure l’alibi della nostra presunta morosità sui canoni di concessione per gli anni precedenti». Intanto, il mercato aversano continua ad essere aperto (dal 24 giugno scorso) solo a metà dopo quasi due anni di lentezze burocratiche che hanno costretto oltre trecento famiglie a non avere un’entrata ufficiale. L’11 ottobre 2019 il mercato viene chiuso. Solo a fine dicembre 2019 si approvano i lavori. Complice anche la pandemia, i lavori terminano solo il 24 giugno scorso, quando il mercato viene riaperto solo in parte perché il restyling, inspiegabilmente, ha interessato solo parte della struttura.

«Per riaprire globalmente il mercato ortofrutticolo di viale Europa – afferma il vicesindaco Marco Villano – c’è bisogno di un nuovo stanziamento di fondi e, ovviamente, di ulteriori lavori che, questa volta, non dovranno durare tanto». «Nei giorni scorsi, – ha continuato il delegato ai Lavori pubblici – abbiamo fatto un sopralluogo nella struttura mercantile insieme ai tecnici comunali per avere un’idea sul cosa si potrebbe fare per riaprire il tutto rispettando la normativa sia in materia di igiene che di sicurezza ed abbiamo potuto accertare che sono necessari, oltre ai 130mila euro già postati in bilancio, altri 270mila euro. Arrivare, insomma, a 400mila euro». Una somma per la cui disponibilità il numero due dell’esecutivo guidato dal sindaco Alfonso Golia non dispera, anzi, afferma di poterla individuare a breve per poi effettuare la variazione di bilancio e partire per l’approvazione del progetto. «Questa volta – afferma Villano – i tempi non saranno quelli della volta precedente». – continua sotto –

«Il mercato ortofrutticolo rappresenta – ha dichiarato dall’opposizione Gianluca Golia – l’incapacità di questa amministrazione nella gestione di alcune criticità: lungaggini nella riqualificazione dell’area, incapacità organizzativa per quanto riguarda la posizione amministrativa di alcuni operatori (e di conseguenza la perdita del lavoro a carico di molti) e, soprattutto, poca chiarezza per quanto concerne il futuro di questa realtà economica. Nel piano triennale si parla di delocalizzazione, intanto si continua a destinare risorse ingenti a quello attuale».

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