“Case abusive problema sociale”, sindaco San Cipriano d’Aversa chiede Housing al Governo

di Antonio Taglialatela

San Cipriano d’Aversa (Caserta) – “Le case abusive non sono un problema urbanistico ma un problema sociale. L’unica soluzione è l’Housing Sociale”. A sostenerlo il sindaco di San Cipriano d’Aversa, Vincenzo Caterino, in una lettera indirizzata ai ministri per il Sud, Mara Carfagna, dell’Interno, Luciana Lamorgese, del Lavoro, Andrea Orlando, della Giustizia, Marta Cartabia, e delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, alla luce dei recenti abbattimenti avvenuti nella vicina Casal di Principe che hanno portato il sindaco Renato Natale a dimettersi per protesta. – continua sotto –

“Sono Vincenzo Caterino, sindaco del comune di San Cipriano d’Aversa, un paese di circa 14mila abitanti che, insieme a Casal di Principe e Casapesenna, costituivano in passato un’unica città di nome Albanova. Innanzitutto – scrive il sindaco – intendo ringraziarla per la sensibilità ed impegno che sta mostrando per i nostri territori con il ‘Cis Terra dei Fuochi’ e l’ascolto di noi sindaci dell’Agro Aversano. San Cipriano d’Aversa è tristemente conosciuto per aver dato i natali ai maggiori esponenti (fondatori) di uno dei più feroci clan qual è il clan dei casalesi, ed insieme a Casal di Principe e Casapesenna dopo averne subita l’occupazione militare per circa un trentennio, ne condivide una triste eredità, sociale economica urbanistica ed ambientale”. – continua sotto –

“Dopo gli abbattimenti di questi ultimi giorni a Casal di Principe – continua Caterino – abbiamo appreso delle dimissioni del sindaco di Casal di Principe, una decisione difficile e drammatica che comprendiamo per la complessità dell’argomento ‘abusivismo edilizio’ e per l’impatto sociale per gran parte delle nostre comunità. Ovviamente noi sindaci Vincenzo Caterino e Marcello De Rosa (sindaco di Casapesenna) oltre ad esprimere solidarietà al primo cittadino di Casal di Principe Renato Natale, siamo preoccupati di queste dimissioni che suonano come una sconfitta. Tutti noi abbiamo ereditato una situazione drammatica di non facile gestione, per nessuno. I motivi che mi spingono a questa nota, che sicuramente sottrae tempo prezioso ai Vostri impegni per la soluzione dei tanti problemi che l’Italia presenta, sono legati al dramma sociale ed economico dell’abusivismo edilizio, che vorrei in questa breve illustrazione, portare alla Sua attenzione. L’abusivismo edilizio è un fenomeno che ha molti distinguo, tuttavia la nostra attenzione riguarda solo gli abusi edilizi comunemente definiti ‘abusi di necessità’”. – continua sotto –

E qui Caterino prova di seguito “a dare una giusta conoscenza del fenomeno Abusivismo, nella speranza che si possa intervenire su tale problema, con possibili soluzioni; non è più possibile attendere inermi, abbiamo bisogno di risposte”. Riportiamo a seguire l’analisi del fenomeno e le soluzioni proposte. – continua sotto – 

IL FENOMENO – Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna sono tre comuni che costituiscono un ‘unica città molto omogenea e senza discontinuità, di circa 45.000 abitanti. Il tessuto edilizio oltre ai centri storici è costituito quasi esclusivamente da case uni o bifamiliari su piccoli lotti di terra. In questo coacervo ci sono 3.300 case abusive rispettivamente 1600 circa San Cipriano, 1400 circa Casal di Principe, 300 circa Casapesenna che sono: case di famiglia, costruite, abitate e mantenute dai proprietari, quindi non edifici della “speculazione edilizia”, ma costruzioni di necessità; costruite in assenza di piani urbanistici, quindi in condizioni in cui i cittadini non hanno colpa; localizzate in modo diffuso e discontinuo nel consolidato. – continua sotto – 

ASSENZA DI VINCOLI – I comuni non hanno vincoli di alcun tipo: né archeologico; né paesaggistico, ma solo monumentale di alcuni – rari – edifici; né idraulico, per la assoluta mancanza di corsi d’acqua e di aree esondabili; né sismico, per la mancanza di aree a rischio. – continua sotto – 

NON SONO CONDONABILI – Allo stato delle leggi gli edifici non sono condonabili, neanche con la formula dell’extragiudiziale, perché manca la prima delle conformità, quella con il piano all’epoca della costruzione, che non c’era Mentre per logica i Prg vigenti e quelli in preparazione riconoscono le aree come edificabili per cui esiste la seconda conformità richiesta.Per assurdo i proprietari potrebbero demolire la casa esistente, atterrando l’abuso, e chiedere a norma la ricostruzione di una nuova casa. – continua sotto – 

LA SITUAZIONE AD OGGI – Sono pendenti alcune centinaia di ordini di demolizione, che vengono eseguiti in pochi casi (a San Cipriano sei) che colpiscono alcune famiglie, mentre lasciano le altre in uno stato di insopportabile incertezza Con il risultato pure assurdo che le aree espropriate e con edifici demoliti vengono assegnate al comune che si trova a gestire dei lotti di 400-500 metri quadrati, inutilizzabili se non forse per piccoli parcheggi, localizzati a caso nel tessuto urbano, aree che costituiscono solo un onere di manutenzione. – continua sotto – 

E’ UN PROBLEMA SOCIALE – 3.300 case abusive vogliono dire 3.300 famiglie o più, quindi 10.000 abitanti oltre il 20% della popolazione. Case abusive che non sono un problema urbanistico, proprio perché inserite come le altre nel tessuto consolidato, ma sociale. Ma se per assurdo fossero tutte demolite quale soluzione si potrebbe dare agli abitanti? – continua sotto – 

NECESSITA UNA LEGGE SPECIFICA – L’unica soluzione possibile è una legge di Housing Sociale, cioè Ers – Edilizia residenziale pubblica specifica, come ad esempio la legge regionale 5/2013 art. 1 comma 65, che prevede la cessione in locazione, anche se tale legge va rivisitata nella parte in cui prevede per l’alienazione il pagamento del doppio del prezzo previsto dall’edilizia economico popolare (circa 1.400 euro al mq.) quindi fuori da ogni logica di mercato. – continua sotto – 

I BILANCI COMUNALI – Un stima degli introiti che sarebbero incamerati dall’eventuale fitto per housing sociale e/o alienazione è questa: Housing Sociale/ERS 3.300 abitazione ad un canone anche di 1000 Euro all’anno sono 3 milioni all’anno che i comuni introiterebbero. – continua sotto – 

ALIENAZIONE – 3.300 abitazioni, da 500 metri cubi di media, che pagano 50 Euro a metro cubo (doppio degli oneri) vuol dire 3,9 milioni di euro, che si può supporre così distribuiti: San Cipriano 40 milioni; Casal di Principe 35 milioni; Casapesenna 7,5 milioni.  O anche introiti che sarebbero incamerati da locazione è questa: 3.300 abitazioni, a circa 1.200 (canone da €.100 mensile) vuol dire 3,9 milioni di euro, che si può supporre così distribuiti: San Cipriano 1.9 milioni; Casal di Principe 1,6 milioni; Casapesenna 360 mila euro. Cifre che, anche rateizzate, costituiscono un introito importantissimo che risanerebbe i bilanci comunali permettendo la realizzazione di servizi e infrastrutture, di contribuire al recupero dei centri storici, di promuovere nuove iniziative imprenditoriali, case di edilizia convenzionata, e altro La legge potrebbe anche vincolare l’utilizzo dei fondi introitati per queste destinazioni, prescindendo quindi dalle spese correnti, al fine di un generale miglioramento qualitativo delle condizioni della vita. – continua sotto – 

SOLUZIONE HOUSING GIÀ EMERSA IN COMMISSIONE GIUSTIZIA – Mi preme sottolineare che la soluzione appena esposta di Housing Sociale/Ers è emersa anche durante l’audizione in Commissione Giustizia indagine Conoscitiva del 30/03/2016 in cui erano convocati: il Procuratore Generale della Corte di Appello di Napoli Luigi Riello; il sostituto procuratore della Corte di Appello di Napoli, Ufficio Demolizioni Ugo Ricciardi e proprio quest’ultimo in risposta al quesito posto dal presidente della commissione Donatella Ferranti sulla possibilità di poter fare con i cosiddetti abusi di necessità Housing Sociale, rispondeva che era una buona cosa e che già c’era stata una previsione normativa in tal senso con la legge regionale 5/2013 (tuttora vigente) art.1 comma 65 ma che andava approfondita e sicuramente avrebbe risolto molti problemi in termini di abbattimenti. Legge regionale tuttora vigente.

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