Aversa, padiglione occupato da coppia “musicale” nell’ex manicomio

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Una sorta di “loft” all’americana all’interno di uno dei padiglioni di quella che è stata la “Real Casa dei Matti”, ovvero l’ospedale psichiatrico “Santa Maria Maddalena” di Aversa. Una coppia ha deciso, già da diversi mesi, di allestire una vera e propria abitazione in uno dei diversi padiglioni (oggi di proprietà dell’Asl Caserta, ma completamente abbandonati tanto da far paventare addirittura un rischio crolli) del manicomio aversano voluto da Gioacchino Murat. – continua sotto – 

Il giovane deve essere anche un appassionato di musica tanto che questo pittoresco e romantico rifugio ha al proprio interno impianto stereo, potenti casse acustiche ed altri strumenti per ascoltare la musica ad alto volume, con tanto di luci stroboscopiche. Volume tanto alto che spesso fa spaventare gli ospiti presenti nell’ala occupata, legittimamente, con tanto di contratto, dalla Lega per la Difesa del Cane. Spesso ci sarebbero stati anche dei litigi conclusosi con un perentorio: «Io qui ci posso stare, ho tutte le carte in regola». E’ così? Sta di fatto che la dirigenza dell’Asl, proprio a seguito di diverse segnalazioni relative alla presenza di questa coppia, ha inviato per un sopralluogo un proprio tecnico dell’Ufficio Patrimonio, recatosi sul posto con la Polizia locale e constatando che le segnalazioni erano veritiere. Del resto, nemmeno l’uomo in questione si preoccupa di nascondere il luogo prescelto per abitarci, tanto da inondare il proprio profilo Facebook di inequivocabili fotografie. – continua sotto – 

Il tecnico dell’azienda sanitaria avrebbe allertato la polizia per lo sgombero, ma per il momento la situazione sembra non essere cambiata. Anzi, la vita trascorre tranquilla e serena in quella oasi rappresentata dai viali dell’ex manicomio. Un episodio che, una volta di più, fa emergere l’assoluto menefreghismo degli enti preposti per questo patrimonio non solo immobiliare, ma anche storico che è la Maddalena. Trenta anni fa, quando, a seguito della legge voluta soprattutto dallo psichiatra Franco Basaglia, sono stati chiusi gli ospedali psichiatrici, quell’immenso patrimonio immobiliare avrebbe potuto ospitare, senza colpo ferire e con poche spese per l’adattamento, il policlinico di quella che era allora la nascente università casertana. Dopo trent’anni si deve constatare che il policlinico a Caserta non c’è ancora e la Maddalena, con i suoi tesori d’arte come la omonima chiesa con annesso chiostro, è sull’orlo della perdita irrimediabile.

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