Uccide moglie, figlio disabile e coniugi padroni di casa: poi si spara alla testa

di Redazione

I primi accertamenti portano a pensare che si sia trattato di un gesto premeditato all’origine della strage familiare compiuta ieri sera a Rivarolo Canavese, in provincia di Torino, dal pensionato 83enne Renzo Tarabella che la scorsa notte, nel suo appartamento in corso Italia, utilizzando una pistola (regolarmente detenuta) ha sparato e ucciso la moglie Rosaria Valovatto, di 79 anni, e il figlio Wilson, di 51, disabile con problemi mentali. Poi ha ucciso i proprietari di casa – Osvaldo Dighera, 74 anni, e la moglie Liliana Heidempergher, di 70 – che abitavano al piano di sopra e che sarebbero scesi forse dopo aver avvertito rumori provenire dagli inquilini. All’arrivo dei carabinieri l’uomo ha rivolto l’arma verso di sé, esplodendosi un colpo in faccia e rimanendo ferito in modo grave. E’ stato ricoverato in condizioni gravi all’ospedale “Giovanni Bosco” di Torino. – continua sotto – 

Tutte e quattro le vittime sono state colpite alla testa. Un vicino ha raccontato di avere visto Osvaldo Dighera e la moglie Liliana rientrare a casa prima delle 20, dopo aver portato la spesa alla figlia che da poco era diventata mamma. Un quarto d’ora dopo ha visto la donna scendere in cantina perché non trovava più il marito. Gli orari fanno quindi pensare che Tarabella, ex operaio, abbia sparato all’ora di cena e che abbia trascorso diverse ore in casa con i quattro cadaveri, fino all’arrivo dei carabinieri. – continua sotto – 

A dare l’allarme è stata la figlia dei proprietari di casa, dopo aver sentito gli spari. La donna, che abita in un edificio di fronte ai genitori, non riuscendo a contattarli al telefono, è andata a suonare il campanello e, non trovandoli in casa, ha chiamato i carabinieri. Che fosse accaduto qualcosa al piano di sotto, nell’appartamento che la coppia affittava da tempo a due anziani coniugi con il figlio disabile, i militari l’hanno capito quando, dopo aver risposto al citofono, Tarabella ha smesso di parlare coi militari. L’uomo si è sparato alla testa con la stessa pistola usata prima per uccidere le quattro persone mentre i carabinieri entravano nell’alloggio dal balcone con l’ausilio dei vigili del fuoco. I militari della compagnia di Ivrea hanno avviato i rilievi nell’appartamento e ascoltato vicini di casa e parenti per ricostruire quanto accaduto e cercare di risalire ai motivi che hanno indotto il pensionato al folle gesto.  – continua sotto – 

“È sempre stato un tipo burbero, sapevamo che aveva una pistola, ma non avremmo mai immaginato una cosa del genere. Sono sconvolto, anche se da un po’ avevamo troncato i rapporti”. Parla così l’ex genero di Renzo Tarabella, per poi aggiungere: “Perché lo ha fatto? Non lo so, da quando mi sono separato dalla figlia ho troncato i rapporti. Parlate con gli assistenti sociali, chiedete a loro”. La famiglia era seguita dai servizi sociali per via del figlio 51enne. A tal proposito, Alberto Rostagno, sindaco di Rivarolo, fa sapere che la famiglia Tarabella non era stata abbandonata dai servizi sociali. Era stato lo stesso 83enne, qualche tempo fa, a decidere che il figlio non doveva essere più seguito dal Comune.

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