Scuola, il ministro Bianchi: “Sarà una prova di maturità vera, niente esami lotteria”

di Redazione

“Quella di quest’anno sarà una prova di maturità vera: abbiamo abbandonato l’idea che si lavorava 5 anni e poi arrivava una busta con i temi e si faceva una sorta di lotteria. I ragazzi avranno un mese per poter svolgere il loro lavoro, prepararlo e consegnarlo; la prova inizierà con la discussione di questo lavoro”. Con queste parole il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha ufficializzato pubblicamente quanto già indicato dalle recenti ordinanze sugli esami di Stato, firmate nelle scorse settimane. – continua sotto – 

Una prova, quella del 2021, che ricalcherà a grandi linee quanto già andato in scena dodici mesi fa: un maxi-orale, in presenza, di fronte a una commissione tutta interna (tranne il presidente), che partirà da un elaborato sulle materie d’indirizzo preparato dal candidato, con un punteggio che valorizzerà più il rendimento scolastico che il colloquio finale. Unica differenza rispetto al recente passato: l’ammissione all’esame non sarà garantita a tutti ma sarà decisa dal Consiglio di classe. – continua sotto –

Maturanti apprezzano scelta del ministro – Dunque, per il secondo anno consecutivo si va verso una maturità di ’emergenza’. Ma come avranno digerito la notizia i protagonisti dell’esame? Skuola.net lo ha verificato attraverso un sondaggio che ha coinvolto mille maturandi. Dal quale emerge un diffuso apprezzamento per quasi tutti i passaggi dell’esame 2021. Su tutto, la decisione di replicare la formula ideata durante il lockdown dello scorso anno: più di 3 su 4, infatti, approvano un’unica prova (un orale più lungo del solito), evitando di fare le due tradizionali prove scritte. – continua sotto – 

Formula di “emergenza” anche quando tornerà normalità? – “L’esame di Maturità da ormai un ventennio è diventato un costoso rito di passaggio, perché di fatto il voto finale tende a rispecchiare la media dei voti degli ultimi tre anni”, così Daniele Grassucci, founder e direttore di Skuola.net. “Fatta salva qualche eccezione legata ad una combinazione non troppo fortunata di commissari esterni avversi o prove scritte fuori portata decise da Viale Trastevere. Quindi la formula del maxi-orale, pur se legata all’emergenza, di fatto certifica questa tendenza e, se replicata in futuro, non toglierebbe nulla alla serietà dell’esame”. – continua sotto –

Prova in presenza e date – Arriva quasi all’80% la quota di quanti plaudono il Ministro per aver confermato la decisione di far svolgere l’esame in presenza (cosa non scontata, specie ora che le scuole stanno tornando a chiudere su quasi tutto il territorio nazionale). Così come è largamente condivisa – d’accordo l’82% – la volontà di convocare i primi candidati nel giorno indicato all’inizio dell’anno scolastico (mercoledì 16 giugno). Con tantissimi ragazzi che appoggiano persino il fatto che, quest’anno, non ci sarà il ‘tutti ammessi’ del 2020 ma che gli alunni dovranno sudarsi l’accesso all’esame: per 7 su 10 è giusto che sia così. – continua sotto –

Elaborato convince meno i ragazzi – Entrando nel vivo della prova, torna quell’elaborato che, nei piani del Ministero, serve a sostituire il secondo scritto (la cui organizzazione, in tempi di pandemia, è oggettivamente complessa). Un lavoro, assegnato dai docenti (entro il 30 aprile), su un argomento facente parte del programma delle materie d’indirizzo – ad esempio, Matematica e Fisica per il Liceo Scientifico o Greco e Latino per il Classico – che i ragazzi dovranno consegnare entro il 31 maggio e che aprirà il colloquio di giugno. Ecco, forse è proprio questo l’aspetto che convince meno i maturandi: pienamente favorevole solo il 37%, mentre la maggior parte (46%) avrebbe preferito cimentarsi con la più rodata tesina multidisciplinare; per gli altri (17%) l’uno o l’altra fa lo stesso. – continua sotto –

Analisi del testo d’Italiano – Molto più apprezzata, in proporzione, la sostituzione del primo scritto (anch’esso difficile da allestire per le ragioni di cui sopra) con un’analisi ‘orale’ di un testo di letteratura italiana – in prosa o in poesia – pescato tra quelli previsti dai programmi. Ad accettarla con ottimismo sono circa 2 studenti su 3. Anche se non va sottovalutato quel 38% che ammette di aver paura di essere messo in crisi dall’analisi del testo, essendo un esercizio con cui ha avuto sempre problemi. – continua sotto –

Domande su Cittadinanza e Costituzione – Evitabile, sempre a detta dei maturandi, era invece l’inserimento nel programma d’esame delle domande su Cittadinanza e Costituzione (in pratica l’Educazione civica): il 54% si sarebbe concentrato di più sui programmi delle materie standard, che in questi travagliati mesi sono spesso andati avanti a rilento; solo il 46% lo ritiene un argomento importante almeno quanto le altre discipline. Meno intralcio alla preparazione, al contrario, sembra dare la relazione sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (Pcto, l’ex alternanza scuola lavoro): per il 56% può essere portata all’esame, immaginando incida marginalmente sull’esito finale (il 44%, però, è spaventato dall’idea di non avere sufficienti elementi di discussione). – continua sotto –

Punteggio e Commissioni – Infine gli altri due aspetti formali ribaditi dall’ordinanza del ministro Bianchi: il punteggio e la commissione. Anche il voto di diploma del 2021 sarà costruito con lo stesso metodo adottato un anno fa: più peso al curriculum con cui lo studente arriva all’esame (fino a 60 punti, anziché i classici 40) e meno alla prova finale (massimo 40 punti invece dei 60 previsti a norma di legge). Una proporzione che, per il 47% dei maturandi, è corretta (anzi, per circa 1 su 4 l’orale ‘conta’ ancora troppo). Pieno appoggio pure sulla composizione delle commissioni, tutte interne (ad eccezione del Presidente): il 70%, sapendo di essere giudicato dai propri professori, affronterà la maturità 2021 con molta meno ansia.

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