“No al Biodigestore”, a Gricignano raccolte le prime 500 firme

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – Circa 500 firme raccolte in piazza Municipio, a Gricignano, nella mattinata di domenica 31 gennaio, per dire “No al Biodigestore” (in alto video con interviste). Un appuntamento, a cui ne seguiranno altri due sabato e domenica prossimi, promosso dal Comitato #NoBiodigestore e dalle associazioni locali che da mesi hanno avviato la lotta contro l’insediamento dell’impianto di biometano, alimentato dalla frazione organica dei rifiuti, che la società torinese “Ambyenta Campania” intende realizzare nell’area industriale Asi “Aversa Nord”, sul territorio di Gricignano, al confine con Carinaro, Teverola e Marcianise. Presenti delegazioni di forze politiche e sociali di tutti i comuni interessati. – continua sotto – 

Già lo scorso novembre i comuni di Gricignano e Marcianise hanno incaricato un tecnico, l’ingegner Girardi, per presentare le osservazioni alla Regione Campania, che deve concedere le relative autorizzazioni ambientali, mentre il Comune, come stabilisce la normativa, non può opporsi in merito ma dare esclusivamente un parere urbanistico in sede di conferenza di servizi. Il timore per le popolazioni locali è che possa materializzarsi l’incubo di una nuova Ecotransider, l’azienda dedita allo smaltimento di rifiuti umidi, additata come la “fonte della puzza” che per anni aveva infestato i centri abitati dei comuni del circondario e chiusa dopo una lunga battaglia legale e migliaia di persone scese in strada a protestare. Ora lo spettro di questo megaimpianto, destinato a smaltire 110mila tonnellate all’anno in un territorio, qual è la zona industriale di Aversa Nord, già caratterizzato da una massiccia presenza di aziende dedite allo smaltimento di ogni tipo di rifiuto. Preoccupazioni che vengono manifestate dai componenti del comitato Giovanna Moretti, Francesca Tessitore e Andrea Affinito, in ordine agli aspetti ambientali e della salute pubblica ma anche ad alcuni passaggi nel compromesso di vendita dei terreni che dovrebbero essere chiariti, come il “surplus” di 1,8 milioni di euro legato all’ottenimento delle autorizzazioni regionali. – continua sotto – 

L’opposizione consiliare, guidata da Vittorio Lettieri, chiama in causa il consorzio industriale Asi Caserta dove si giocherà una partita importante per l’assegnazione dei terreni. Presente in piazza, il sindaco Vincenzo Santagata ha ribadito il “No” della sua amministrazione all’impianto: “Sin dall’inizio ci siamo dichiarati contrari al biodigestore. Abbiamo dato anche un incarico ad un tecnico esterno, un ingegnere ambientale, per redigere le osservazioni contro la richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale e per verificare che tipo di impatto avesse questa installazione sul nostro territorio. Nel frattempo, abbiamo costituito una commissione comunale, approvato in Consiglio la modifica al regolamento edilizio per negare l’insediamento di impianti ad alto impatto ambientale”. A breve, come già annunciato da Santagata, dovrebbe anche essere approvato il nuovo Puc – Piano Urbanistico Comunale nel cui piano strategico viene sottolineato il “no” a nuove industrie insalubri ad alto impatto ambientale. – continua sotto – 

La Regione Campania, intanto, ha negato la “inchiesta pubblica”, uno strumento previsto dalla normativa per raccogliere i pareri di amministrazioni territoriali e cittadini, facendo sapere che finora non ha disciplinato l’inchiesta pubblica prevista da una legge del 2006 e che pertanto ad oggi in Campania non si dispone dei necessari indirizzi e criteri utili a stabilire le modalità di svolgimento di tale procedura. Inoltre, sempre tra le motivazioni del diniego, la Regione cita le sanzioni della comunità europea alla Campania per ben 120mila euro al giorno per mancata procedura di smaltimento rifiuti e l’assenza d’impianti di smaltimento. Motivazioni che il sindaco ritiene pretestuose: “Non possono dirci – dice Santagata – che non sono attrezzati per porre in essere uno strumento previsto dalla normativa. Sulle sanzioni europee, invece, la Regione sorvola sul fatto che esse sono legate ai depositi di rifiuti nei siti di ecoballe e non certo per il trattamento dei rifiuti organici”. IN ALTO IL VIDEO

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