Aversa, occupazione per mercato ortofrutticolo: condanna per Margherita e moglie: “Faremo ricorso”

di Antonio Arduino

Aversa (Caserta) – Mimmo Margherita, concessionario di uno stand all’interno del mercato ortofrutticolo di Aversa condannato, insieme alla moglie, dal tribunale di Napoli Nord ad una pena pecuniaria di circa 5mila euro per aver commesso il reato penale di occupazione abusiva della sala consiliare, allo scopo di dare vita ad uno sciopero della fame teso a richiamare l’attenzione delle istituzioni sul problema della chiusura della struttura mercatale di viale Europa avvenuta l’11 ottobre del 2019. – continua sotto – 

Una chiusura definita “temporanea”, perché sarebbe durata al massima di 60 giorni, come si disse quando fu deciso il trasferimento da viale Europa ad una nuova sede per essere adeguato dal punto di vista igienico e di sicurezza alle leggi vigenti. Ma il commerciante non ci sta ad accettare la condanna: “Il nostro legale, l’avvocato Nicola Marino, ha già approntato il ricorso alla sentenza che mi è stata notificata solo questa settimana. Una sentenza avvenuta, come leggo nell’atto, al termine di un procedimento in cui siamo stati condannati in contumacia vale a dire senza essere presenti in aula, come accade per i latitanti, però mentre questi ultimi si nascondono noi eravamo a casa e sarebbe stato sufficiente darci comunicazione della data dell’udienza e ci saremo presentati”. – continua sotto – 

A Margherita abbiamo chiesto se fosse a conoscenza che l’azione che stavano intraprendendo era illegale. “Personalmente – risponde – ignoravo questo particolare. Però ero convinto che fosse un’azione possibile dal momento che la sala consiliare è stata occupata sempre per lo stesso motivo ben tre volte dagli operatori del mercato ortofrutticolo. Inoltre, abbiamo effettuato un blocco stradale su viale Kennedy e c’è stato addirittura un collega che ha violato i sigilli posti alla struttura di viale Europa per entrare e tentare di darsi fuoco senza che nessuno venisse denunciato e condannato. Questa volta, invece, per l’occupazione, durata un giorno e mezzo, dal momento che io ho avuto un malore e sono stato costretto a lasciare la sala consiliare, ci siamo trovati denunciati mia moglie io”. – continua sotto – 

“Mi chiedo perché – continua Margherita – l’amministrazione non abbia fatto questo anche in precedenza. È forse un’azione di ritorsione nei confronti della mia persona? In fondo non stavamo facendo altro che cercare di difendere il nostro diritto a vivere perché la prolungata chiusura del mercato ortofrutticolo ci ha distrutti da un punto di vista economico e lavorativo. Per resistere, in attesa della riapertura, anche se il lavoro è mancato, abbiamo pagato quello che era dovuto all’ente locale, allo Stato e a tutti i fornitori di servizi. Così, come probabilmente tanti altri, ho dovuto dare fondo ad ogni mio risparmio e chiedere prestiti ad amici e banche. Certo la speranza che la cosa si risolvesse in breve tempo c’è stata ma considerando che il lavoro programmato dal Comune, ad oggi, è stato fatto solo per la metà dell’area nuova in cui sorgerà il mercato ortofrutticolo sembra proprio che non avremo possibilità di ripresa, ma potremmo avere la quasi certezza di fallire”. – continua sotto – 

“Del resto – prosegue il commerciante – se si leggono le dichiarazioni dell’assessore Zoccola che, nel giugno del 2020, annunciava che i lavori erano giunti quasi al traguardo, come si fa ad essere ottimisti? Come si fa a restare fermi ad aspettare? È umano che si debba in qualche modo farsi sentire ed io, con mia moglie, avevo scelto la strada dello sciopero della fame. Una forma di protesta non violenta ma visibile che però ha meritato di essere punita con una denuncia per occupazione abusiva della sala consiliare”. “Mi chiedo, ancora una volta, – conclude Margherita – perché mia moglie ed io siamo stati denunciati e tutte le altre volte che sono state compiute azioni illegali, punibili penalmente come quelle che ho ricordato, non ci sia stata la stessa presa di posizione?”. Giriamo la domanda agli amministratori della città, anche se il sindaco Alfonso Golia ha già dichiarato di non voler rilasciare dichiarazioni su una vicenda che investe il penale e, quindi, che è fuori dalla propria competenza.

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