Gricignano, raccolta firme contro Biodigestore: comitato rivolge appello ai cittadini

di Antonio Taglialatela

Gricignano (Caserta) – Una raccolta firme per dire “No al Biodigestore” quella organizzata dal Comitato #NoBiodigestore e dalle associazioni locali che da mesi hanno avviato la lotta contro l’insediamento dell’impianto di biometano alimentato da rifiuti umidi che la “Ambyenta Campania” intende realizzare nell’area industriale cittadina, al confine con Carinaro, Teverola e Marcianise. – continua sotto – 

L’appuntamento è per domenica 31 gennaio, a partire dalle ore 10.30, in piazza Municipio. E’ invitata a partecipare l’intera cittadinanza nel rispetto delle disposizioni anti contagio. Sarà anche l’occasione per informare la cittadinanza sugli ultimi sviluppi della vicenda, a cominciare dal diniego, da parte della Regione Campania, della “inchiesta pubblica”, chiesta dai comuni di Gricignano e da quelli confinanti. Uno strumento, previsto dalla normativa, finalizzato a raccogliere i contributi delle amministrazioni territoriali e delle associazioni e ad ottenere il consenso più allargato possibile prima che un progetto si concretizzi. Le motivazioni del diniego, come tra l’altro già sottolineato dal comitato #NoBiodigestore di Gricignano, farebbero intravedere un atteggiamento favorevole, da parte della Regione, all’approvazione della valutazione di impatto ambientale, quindi all’insediamento dell’impianto. Motivazioni ritenute “futili” dal vicesindaco e assessore all’Ambiente, Anna Michelina Caiazzo, in un’intervista di recente concessa a Pupia: guarda il video  – continua sotto –

In un manifesto pubblico, il comitato e le associazioni rivolgono un accorato appello: «Cari concittadini di Gricignano e non, si prospetta l’arrivo di una maestosa tempesta, che trasporta tra le sue braccia particelle pericolose per la nostra pelle, per la nostra salute e per quella dei nostri figli, allora occorre all’unisono unirci in uno scudo di protesta contro questa grande minaccia. Imprenditori privati vogliono costruire un ulteriore impianto di trattamento dei rifiuti, un Biodigestore anaerobico di dimensioni sproporzionate, che va ad aggiungersi ad altri simili, già presenti sul nostro territorio. Non è più tempo di stare fermi, ma dobbiamo agire subito! – continua sotto – 

Applicando il principio di azione e reazione di fronte a questa nuova sfida, ci siamo riuniti in Comitato per poter affrontare la tematica, valutando tutti i risvolti del folle progetto. Dopo un’attenta analisi e valutazione della situazione, supportata da professionisti in materia, e dopo aver confrontato la nostra realtà con altre simili di altri Comuni italiani, è emerso un quadro inquietante. Da questa constatazione, è nata l’esigenza di informare la cittadinanza sugli enormi rischi che stiamo correndo. Eccone alcuni: danni certi legati alla tecnologia non adeguata, alla qualità e alla quantità dei rifiuti trattati, al conferimento dei liquami e dei rifiuti di risulta, alle nanoparticelle e alle microparticelle dei fumi dispersi nell’area, al continuo movimento di mezzi su strada per il conferimento, alla ben nota puzza che ci invaderà, alla gestione privatistica e alla non garantita manutenzione, ed inoltre. all’alto rischio di incendi, esplosioni e guasti imprevisti. Tutti questi sono solo alcuni degli effetti nefasti che tutti noi subiremo. In tutti gli studi emerge chiaro e forte che la digestione anaerobica dei rifiuti è fortemente insalubre ed incide pesantemente sulla qualità dell’ambiente e su tutti gli esseri viventi che vivono in questo, quindi in primis toccherà a noi. In questo noi abbiamo già dato, non per altro siamo ben noti come Terra dei Fuochi! – continua sotto – 

Siamo dei matti se non corriamo ai ripari, svegliamoci! In tutto questo, bisogna sapere che in questa folle corsa, per difendere il nostro territorio. i nostri funzionari regionali, al fine di velocizzare l’iter autorizzativo ci negano la possibilità di esprimere la nostra voce in “un’inchiesta pubblica”. Affermano, senza vergogna, che la Regione non ha disciplinato l’inchiesta pubblica prevista da una legge del 2006 e che pertanto ad oggi in Campania non si dispone dei necessari indirizzi e criteri utili a stabilire le modalità di svolgimento di tale procedura. Ci ricordane che la comunità europea sanziona la Campania per ben 120.000 euro al giorno per mancata procedura di smaltimento rifiuti e l’assenza d’impianti di smaltimento, ma sorvolano sul fatto che l’impianto progettato non risolve il problema e dimenticano che tale problema è figlio della cattiva gestione dei rifiuti degli ultimi 40 anni, amplificata dall’azione dello smaltimento illecito da parte della criminalità organizzata. – continua sotto – 

Acclarata incompetenza o vera mala fede? Sarà forse un caso che alcuni imprenditori locali si siano associati con speculatori del campo e, con la complicità accecata dalla corsa agli incentivi comunitari, di surplus esagerati sulla compravendita del terreno destinato all’impianto. di un figurato indotta sulla costruzione dello stesso, sia stato scelto Gricignano di Aversa come sede dell’ecomostro? Ai problemi ambientali, di salute e rischi prima descritti, si aggiungano svantaggi economici che inevitabilmente subiremo. Assisteremo allo svuotamento della zona industriale che offre tante opportunità di sano lavoro, infatti le industrie devono mantenere standard di qualità ambientali e devono garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro. Registreremo abbattimento di affitti e dei valori degli immobili. Chi è quel pazzo che viene a comprare o fittarsi casa a Gricignano con un ecomostro a due passi? Assisteremo ad una drastica riduzione della vendita al dettaglio e ad una conseguente chiusura di locali commerciali e ricreativi, in particolare, la chiusura della cittadella degli americani andrebbe ad annullare tutto l’indotto ad essa legato, e su cui contano molti gricignanesi. – continua sotto – 

Chiediamo che gli incentivi destinati al nostro territorio siano finalizzati a migliorare la qualità della nostra vita e a potenziare le relazioni sociali, tipo scuole pubbliche “all’avanguardia”, trasporto locale efficiente, ville comunali “decenti”, piste ciclabili, strutture sportive, eccetera. Reclamiamo investimenti privati da parte di imprenditori lungimiranti e onesti, che possano impiantare e gestire aziende sul nostro territorio, generatrici di ricchezza reale e lavoro onesto. Sogniamo imprenditori locali che investano in teatri, sale cinematografiche, campi da calcio, da tennis, da basket, che creino associazioni sportive e polisportive e gestiscano le infrastrutture pubbliche abbandonate. – continua sotto – 

Cari concittadini, ancora oggi come ieri, non si intravede una luce in fondo al tunnel, dobbiamo tutti unirci per tutelare noi stessi e il nostro territorio e, permettere di fornire al contesto urbano in cui viviamo, quel tessuto sociale in cui la tutela del diritto alla salute sia riconosciuto come diritto primario. Altre strade per lo smaltimento corretto dei rifiuti sono applicabili, migliori progetti infrastrutturali possono ottemperare correttamente alla legge regionale 14/2016, ma non questo insano Biodigestore Anaerobico. Non fatevi ingannare da voci false messe in campo dagli stessi imprenditori coinvolti nell’affare, che promettono ricchezza e posti di lavoro che potrebbero scaturire dalla costruzione e dalla gestione dell’impianto, arriverà solo inquinamento, degrado e…Morte!!! Con la consapevolezza che per affrontare il problema dei rifiuti, non servono le centrali a biogas da rifiuti organici (Forni), ma un corretto piano di gestione del ciclo dei rifiuti che rispetti in modo rigoroso l’ordine gerarchico degli interventi previsti dalla Comunità Europea: riduzione. riuso, riciclo. – continua sotto – 

Chiediamo che la richiesta di autorizzazione avanzata, con Procedimento Autorizzatorio Regionale Unico, dalla società Ambyenta Campania per la realizzazione di un biodigestore per la produzione di biometano mediante purificazione di biogas ottenuto dalla digestione anaerobica della Forsu nel comune di Gricignano di Aversa – Cup 8820 sia negata. Vi invitiamo tutti a venire in piazza per firmare questa la lettera che poi invieremo a chi ci governa, per far sentire forte la nostra voce».

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