Diagnostica tumori, al centro Aktis di Marano di Napoli due nuovi innovativi macchinari

di Redazione

Marano (Napoli) – Nella diagnostica dei tumori, nell’indagine delle sequele cliniche conseguenti a casi severi di Covid-19 e nell’approccio clinico di altre patologie degenerative, compreso le demenze, si affacciano nuove soluzioni tecnologiche capaci di abbattere l’emissione di radiazioni e raggi X e di amplificare efficacia e definizione del campo clinico e operatorio consentendo anche di approfondire la ricerca clinica al letto del paziente e dunque percorrere nuove soluzioni terapeutiche. – continua sotto – 

Punta avanzata dell’innovazione è il centro Aktis, struttura accreditata con il Servizio sanitario regionale che sorge a Marano, in provincia di Napoli. Qui sono state consegnate, proprio in questi giorni, due nuovi macchinari avanzatissimi per la medicina nucleare: la PET/TC “Discovery MI” e una Risonanza magnetica “Pioneer 3T” di ultimissima generazione. La PET/TC è una tecnologia multimodale che consente acquisizioni di immagini morfologiche e metaboliche nella diagnostica clinica in ambito oncologico, neurologico cardiologico ed internistico. – continua sotto – 

“La nuova tecnologia PET/TC Discovery MI realizzata da General Electric Healthcare – spiega Paola Nargi, direttore tecnico dell’area funzionale di Medicina Nucleare del centro Aktis – permette l’esecuzione di esami di elevata qualità diagnostica, con l’impiego di piccole dosi di isotopi emittenti di positroni che entrano nel metabolismo delle cellule, di organi e tessuti, consentendone l’analisi e la caratterizzazione tissutale degli elementi patologici. Una soluzione tecnologica – aggiunge la dottoressa Nargi – che permette di ridurre drasticamente (40-50%) le dosi assorbite dal paziente in termini di isotopo somministrato necessario per eseguire la scansione PET, grazie alla dotazione di detettori completamente digitali. Inoltre si ha una contemporanea riduzione di dose erogata durante la scansione TC con acquisizione di 128 strati per singola rotazione ed una riduzione del tempo di scansione. Questa formula è vincente per un più corretto e più appropriato uso delle metodologie diagnostiche multimodali. La contemporanea disponibilità di immagini funzionali mediante la PET e di quelle morfologiche con la TC permette una più accurata diagnostica”. – continua sotto – 

“Le due tecniche quando valutate contemporaneamente – prosegue Nargi – determinano un vantaggio che non è definito dalla sola somma delle informazioni ottenute dalle due prestazioni ma dalla loro somma con potenziamento che porta ad una più precisa diagnosi e riduce la possibilità di errori delle stesse se eseguite in sedi e tempi diversi. Infatti la TC consente una precisa localizzazione anatomica delle lesioni che contemporaneamente sono caratterizzate dal punto metabolico mediante la PET con immagini ad elevatissima sensibilità e risoluzione. L’elaborazione in 3D e 4D annullano gli effetti distorsivi dei movimenti respiratori grazie a programmi che riducono e controllano gli artefatti da movimento respiratorio. Tale elemento è particolarmente importante in corso di staging, restaging e nel corso di follow-up del paziente oncologico. In questo modo la PET/TC può meglio guidare l’approccio suggerendo una chemioterapia tradizionale, immunoterapia o altro. La PET/TC permette con un singolo accesso di avere tutte le informazioni necessarie per giungere alla valutazione critica sullo stato della patologia con risparmio economico e dei tempi di gestione del paziente stesso evitandogli multipli ingressi presso le strutture sanitarie”. – continua sotto – 

Altrettanto performante la nuova Risonanza Magnetica acquistata da Aktis: “Una macchina che rispetto alle precedenti generazioni – chiarisce Salvatore Tecame, direttore sanitario Aktis e responsabile della Neuroradiologia – presenta novità assolute: oltre all’alta definizione di immagini morfologiche consente di approfondire la funzionalità degli organi ed apparati. Siamo in grado, ad esempio, di delineare le fibre nervose di un certo territorio cerebrale che può essere di grande ausilio per un neurochirurgo che debba evitare zone nobili durante un intervento”. Le immagini ad altissima definizione si possono interfacciare con il neuronavigatore in dotazione del neurochirurgo, in modo da arrivare alla lesione con estrema precisione. Ma non è tutto: “Si ha così la possibilità – sottolinea il clinico – di definire con estrema decisione i confini delle lesioni tumorali per delineare il campo di una radioterapia con precisione chirurgica”. – continua sotto – 

Con la spettroscopia e le acquisizioni in diffusione e perfusione si possono avere informazioni sulla composizione biochimica e molecolare nonché sulla vascolarizzazione delle neoplasie. “Funzioni che tornano estremamente utili – conclude Tecame – anche nello studio della sclerosi multipla o delle malattie neurodegenerative e che possono aiutare anche ad analizzare le conseguenze del Covid nelle forme, non infrequenti, che colpiscono il sistema nervoso”. IN ALTO IL VIDEO

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