Aversa, “consumo suolo zero” in indirizzi Puc. Golia: “Aspetto al varco chi bluffava”

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Consumo di suolo zero, ma anche il perseguimento di rigenerazione urbana e territoriale, di sostenibilità ambientale, ecologica e sociale, di rafforzamento della resilienza urbana. Sono questi gli elementi che la giunta comunale di Aversa, all’indomani della sfiducia ricevuta in consiglio comunale, su proposta del sindaco Alfonso Golia e dell’assessore all’urbanistica Eleonora Giovene di Girasole, ha inteso inserire negli indirizzi per la redazione del Puc. – continua sotto – 

Il tutto con l’intento «di promuovere processi di sviluppo sostenibile delle comunità; perseguire il contrasto al consumo di suolo mediante pratiche di rigenerazione dell’esistente, processi di riuso dei tessuti dismessi, interventi di de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione del suolo, contenimento all’espansione urbana e tutela e valorizzazione dei suoli agricoli, utilizzando, a tal fine, gli strumenti della perequazione e dei comparti edificatori e assicurando il rispetto di quanto previsto per i valori degli  standard urbanistici disposti dalla normativa vigente». – continua sotto – 

«Tra i tanti bocconi amari che ho dovuto ingoiare in questi mesi – ha dichiarato in proposito il sindaco Alfonso Golia – quello che più mi ha ferito è essere accusato di difendere gli interessi della lobby del cemento, della speculazione edilizia e soprattutto di aver fatto marcia indietro rispetto a quanto declinato in campagna elettorale». «Ho sempre controbattuto a queste accuse e l’altro giorno – ha continuato il primo cittadino, in questi giorni impegnato in frenetici incontri per cercare di superare la fase di crisi amministrativa che sta portando allo scioglimento del Consiglio comunale – abbiamo ribadito in una delibera di giunta un indirizzo preciso, che a parole mette tutti d’accordo: il Puc dovrà seguire, tra gli altri, il principio del consumo di suolo zero, la rigenerazione urbana, la de-impermeabilizzazione e rinaturalizzazione del suolo». «Aspetteremo – conclude Golia – al varco chi bluffava su questo tema importantissimo, su cui abbiamo lavorato tanto, lavoro che non potevamo permettere andasse sprecato. Capiremo nel prossimo futuro chi ha a cuore la città e chi il cemento». – continua sotto – 

L’espansione degli anni ’70-’80 – Una decisione questa del consumo di suolo zero che era stata sollecitata da più parti. Aversa ha una densità urbanistica di oltre 6500 abitanti per chilometro quadrato con la sua popolazione di 53000 abitanti distribuiti su appena 8,7 chilometri quadrati della propria superficie. Il suolo urbano libero è praticamente inesistente. Qualche traccia di campagna solo a ridosso della zona sud. Per il resto un unico nucleo abitato senza soluzione di continuità. Aversa è tutt’una con Cesa, Giugliano, Lusciano, Carinaro, Gricignano, Lusciano, Casaluce, Teverola, San Marcellino e Trentola. La quantità di suolo permeabile prevista dalla normativa vigente e richiesta dai giovani locali di Friday for Future è praticamente irraggiungibile. Intanto, il centro storico cittadino, un impianto immediatamente successivo all’undicesimo secolo che rappresenta un unicum di eccezionale interesse storico e urbanistico, va in malora insieme alle 100 chiese che lo costellano. Da qui la necessità soprattutto di recuperare il patrimonio edilizio esistente, sia pubblico che privato. In verità, in un primo tempo, l’amministrazione di centrosinistra guidata dall’esponente Dem Alfonso Golia, aveva disatteso questa direttiva del consumo di suolo zero tanto che aveva concesso al dipartimento di Ingegneria dell’Università Luigi Vanvitelli di realizzare una serie di laboratori pesanti su alcuni standard urbanistici che, di fatto, sarebbe dovuti rimanere verde pubblico per cercare di non azzerare del tutto la quota prevista normativamente di suolo permeabile.

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