“Mia Sposa Fiera” rimandata al 2021, il patron Damiano: “Una decisione sofferta”

di Redazione

100 aziende, 500 dipendenti, migliaia di visitatori e 500mila euro andati persi. Sono i numeri con cui fa i conti Marcello Damiano, ceo e founder di Mia Sposa, che si è visto costretto a rinviare, ancora una volta, il consueto appuntamento con il salone del wedding tra i più attesi del sud Italia. Mia Sposa Fiera, in scena dal 14 al 22 novembre, è così rimandata al 2021. “Abbiamo lottato tanto – spiega Damiano – per non prendere questa decisione, sofferta fino all’ultimo minuto, ma è stato tutto vano, e ci siamo dovuti arrendere di fronte ad un’evidenza fatta di numeri inquietanti e decreti. Il settore economico del Wedding è, da marzo, uno dei più colpiti dell’intero scenario nazionale”.

“Abbiamo avuto – insiste ancora Damiano – il coraggio di aspettare e la pazienza di attendere, abbiamo piano piano costruito ciò che era andato perso, cercando giorno dopo giorno di riportare alla luce il business del wedding che ha visto nel 2020 il suo anno nero. Avremmo voluto essere parte della rinascita ma ad oggi dobbiamo rimandare questo obiettivo e fissarlo più in là, al prossimo anno”. Uno scenario che fa ancora una volta i conti con una realtà di aiuti e sostegno inesistenti da parte del Governo, mettendo così all’angolo un comparto fondamentale per l’economia del Paese, perché la filiera dei matrimoni è capace di coinvolgere nella sua organizzazione diverse realtà che in questo momento vivono uno scenario apocalittico mai vissuto prima.

Un business, quello dei matrimoni, che, in Italia, muove un giro d’affari che si attesta sui 15 miliardi di euro con il coinvolgimento di 83mila aziende e 1 milioni di lavoratori. Una pausa forzata che ha costretto a casa non solo liberi professionisti e artigiani ma operatori che fondano il proprio reddito annuale sul wedding come stilisti di collezioni di abiti da sposa, truccatori, parrucchieri, ristoratori, fotografi, fioristi e organizzatori di eventi, agenzie di viaggio, autonoleggio e bomboniere.

“Un messaggio – confessa Damiano – che non avrei mai voluto dare ma che sono stato costretto, mio malgrado, a fare anche visto l’avanzare della pandemia. Abbiamo scelto di rimandare la fiera per una questione, innanzitutto, di sicurezza. Una fiera delle nozze celebra l’amore, e l’amore è innanzitutto prendersi cura dell’altro, evitargli rischi, tutelarlo. Nel nostro caso, sentiamo la responsabilità di tutelare le aziende che lavorano con noi nonché i visitatori, i veri protagonisti dell’evento”. Rinviare, al momento, sembra l’unica parola possibile per l’industria del wedding.

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