Coronavirus, Meritocrazia Italia: “No a chiusura attività commerciali”

di Redazione

“Al fine di garantire un ragionevole bilanciamento tra istanze di protezione della salute pubblica ed esigenze di supporto e rilancio delle attività economiche, Meritocrazia Italia propone di meglio intervenire nella regolazione delle attività commerciali perfezionando le norme di fruizione di servizi di ristorazione e ricreativi, senza restrizioni delle fasce orarie consentite”. Lo afferma Walter Mauriello, presidente nazionale di Meritocrazia Italia.

“Essenziale – continua Mauriello – anche garantire adeguato e concreto supporto finanziario alle aziende ancora in affanno, incrementare i sistemi di controllo e segnalazione delle violazioni. Servono altresì investimenti adeguati nel campo della sanità e della ricerca.  La preoccupante situazione sanitaria, in progressivo peggioramento, sollecita nuovi interventi restrittivi. Già annunciate la proroga dello stato di emergenza e l’adozione di altre misure di contenimento della diffusione del virus. Si avverte il senso civico, implementato da ciò che l’Italia ha vissuto nel periodo del lockdown, di suggerire alcuni passaggi importanti che Meritocrazia Italia, attraverso la propria ramificazione territoriale, ha assunto dalla popolazione come priorità. La crisi economica che aggrava una situazione già precaria di famiglie, lavoratori, imprese e interi comparti produttivi a seguito del trascorso lockdown suggerisce di evitare un nuovo blocco, anche soltanto parziale, di circolazione e commercio. Il costo della limitazione della libertà è stato pagato anche in disagio psicologico e maggiori affanni delle categorie sociali in debolezza”.

Al fine di garantire un ragionevole bilanciamento tra istanze di protezione della salute pubblica ed esigenze di supporto e rilancio delle attività economiche, Meritocrazia Italia propone di: “Intervenire nella regolazione delle attività commerciali perfezionando le norme di fruizione di servizi di ristorazione e ricreativi. In particolare l’obbligo di prenotazione consentirebbe di monitorare i flussi e tracciare la clientela; prevedere una più frequente igienizzazione dei locali e maggior rigore nel distanziamento delle postazioni, introdurre l’obbligo di segnalazione degli assembramenti a un numero di pronto intervento territoriale. Viceversa, controfunzionale risulterebbe una restrizione delle fasce orarie consentite, che avrebbe l’effetto di mortificare ulteriormente l’attività economica di esercenti già in evidente difficoltà e aumenterebbe le probabilità di concentrazione del numero degli utenti. Servirebbe un blocco assembramenti, anche con sanzioni economiche rilevanti, ma non un intervento sulla possibilità di usufruire delle attività commerciali, tra cui appunto la ristorazione o gli svaghi; – considerato l’attuale andamento, potenziare i servizi di trasporto urbano pubblico, se del caso con ausilio della dotazione di autobus turistici allo stato inutilizzata; garantire adeguato e Concreto supporto finanziario alle aziende ancora in affanno e relative ai settori a maggiore contenimento (i.e., sanatorie sui canoni locativi, ristrutturazione dei debiti con l’Agenzia delle Entrate, sostegno per l’adeguamento alle misure anti Covid, defiscalizzazione dei contributi per i dipendenti, etc.); annullare con sanatoria complessiva le segnalazioni Crif (in un momento buio sono solo un ulteriore ostacolo alla finanziabilità di soggetti che ben potrebbero rientrare nel tessuto economico, supportandone anche l’occupazione). Purtroppo la costatazione del diffuso mancato rispetto delle minime norme di sicurezza in vigore impone di puntare anche sul miglioramento degli strumenti di controllo e disincentivo delle condotte rischiose”.

Vista la relativa utilità dello spiegamento dell’Esercito – privo di poteri di carattere sanzionatorio e, al più, di mero supporto delle forze dell’ordine –, si propone di: “Ripensare il funzionamento dei Centri Operativi Comunali e creare una cabina di regia a carattere provinciale, da tenersi presso le Prefetture e intesa alla supervisione dell’attività di controllo sui territori e al coordinamento delle attività di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia municipale; istituire numeri verdi provinciali dedicati alle segnalazioni dei cittadini. Meritocrazia Italia è convinta, tuttavia, che è tra le priorità cogliere il problema alla radice. Per il definitivo superamento di uno stato emergenziale che si protrae ormai da troppo tempo, è fondamentale – destinare ingenti investimenti adeguati nel campo della sanità e della ricerca, anche per correggere gli errori della irrazionale politica sanitaria alla base delle attuali inefficienze; favorire il recupero infrastrutturale, con riadattamento di edifici pubblici dismessi (ex caserme, scuole, uffici, etc.) e bonifica di aree periferiche potenzialmente utili, con creazione di spazi da destinare anche ad attività scolastiche o ricreative, anche attraverso la normativa dell’Ecobonus. In ogni caso, il risultato del rilancio non può essere traguardato senza un fattivo spirito di collaborazione dei singoli. Che sarebbe senza dubbio sollecitato da una maggiore trasparenza e coerenza informativa”.

“Meritocrazia – conclude Mauriello – confida nello spontaneo rispetto anche delle regole di prudenza, (auto)responsabilità e buon senso da parte dei cittadini. Che ognuno ritorni a far la propria parte, per il benessere collettivo. La battaglia contro il virus è ancora alle prime battute, ma certamente per combatterla servirebbe dare alla popolazione non solo restrizioni ma anche fiducia, attraverso gesti concreti che liberino dalle debitorie delle aziende e dei privati che non hanno più la disponibilità finanziaria del pre covid-19. Faremo sentire la nostra voce sempre e solo con garbo ed umiltà. Siamo dalla parte di chi oggi Governa questa difficilissima situazione, ma siamo soprattutto dalla parte del popolo italiano, che in questa partita ha dimostrato di essere attento e scrupoloso, nonostante il grave danno economico subito”.

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