Ritorno a scuola: dubbi e incertezze su misure anti-Covid

di Carlo Achille Caiazzo

In vista del previsto rientro a scuola nel prossimo mese di settembre, sono ancora tante e diverse le problematiche di natura sanitaria e didattica organizzativa, ancora da risolvere, e che preoccupano tutti gli strati sociali, dagli studenti, famiglie, docenti e personale Ata, dirigenti scolastici, organizzazioni sindacali. La riapertura e il ritorno degli studenti nelle aule rappresentano, nel contempo, una grossa sfida e un traguardo molto ambizioso per le stesse autorità, oltre ai soggetti interessati, che, nel rispetto delle norme sulla sicurezza, occorre assolutamente vincere, affinché siano garantiti agli studenti il pieno diritto allo studio, la formazione e quindi il futuro delle nuove generazioni, il progresso culturale ed economico-produttivo dell’Italia.

Sembrano, almeno parzialmente, superate diatribe e le polemiche a seguito dell’emanazione delle Linee guida ministeriali sulle modalità del ritorno nelle aule e le indicazioni di massima, considerate invero piuttosto generiche, che di concerto con il Comitato Tecnico Scientifico (il Cts), istituito presso il Ministero della Salute, sono state emanate per l’adeguamento delle strutture scolastiche e la scelta di banchi monoposto maggiormente adatti all’applicazione delle nuove disposizioni per contrastare la diffusione del Covid-19. Tuttavia, dopo la devastante angoscia del coronavirus e l’esperienza, con luci e tante ombre, della “Didattica a Distanza”, i conti non tornano per gli istituti, alla luce delle forti differenze esistenti, e non sono affatto semplici le soluzioni, come ottimali vie d’uscita. In questi ultimi giorni, infatti, numerosi dirigenti scolastici, sui quali è caduta la principale responsabilità logistica, hanno espresso malumori e preoccupazioni, perché si sono ritrovati sulle loro spalle compiti aggiuntivi i onerosi, ma soprattutto un enorme e gravoso carico di lavoro, atteso che le decisioni per l’organizzazione e su come verrà svolta la didattica spetteranno ai presidi e ai rispettivi Consigli di istituto, sebbene sia sempre necessario per farlo il coinvolgimento degli organi collegiali competenti, e le indicazioni debbano essere applicate e gestite in funzione dell’autonomia scolastica.

In queste settimane, i capi di istituto sono alle prese in maniera affannosa con la preparazione di protocolli obbligatori, cercando, da un lato, di poter ovviare alle palesi difficoltà organizzative, e, dall’altro, di mettere effettivamente in atto misure atte a prevenire ogni forma di rischio, evitando una pericolosa ripresa del contagio, e assicurare lo svolgimento delle attività didattiche in sicurezza. Essendo noto che il virus continua a essere ancora presente nelle nostre comunità, risulta primario tenere la massima prudenza in ambienti in cui è sempre forte il rischio di possibili di ammassi e raggruppamenti per la particolarità delle attività che vengono svolte, essenzialmente basate sulla relazione educativa, al punto che gli organi preposti hanno provveduto alla stesura di uno specifico “Protocollo di Sicurezza”, che, sul modello di quello già attuato per gli Esami di Stato 2020, dovrà accompagnare l’avvio del nuovo anno scolastico e il prosieguo delle lezioni con la serenità dovuta. Tutti, alunni, genitori, operatori scolastici, amministratori locali, classe politica, si attendono una riapertura delle scuole con la necessaria tranquillità; e, se il quadro emergenziale dovesse peggiorare, bisogna essere subito pronti ad affrontare il livello di gravità della situazione con mezzi appropriati; per questo, è opportuno vagliare attentamente ogni scelta anti-Covid e le regole da rispettare per contenere un possibile ritorno della pandemia: vengono calcolati essenzialmente diversi scenari legati all’emergenza sanitaria, ma essi potrebbero mutare nel corso dell’anno scolastico, dal rischio zero a quello più allarmante.

Naturalmente, l’iniziale scenario potrà essere indicato solo a ridosso dell’apertura e poi mutare nel corso dell’anno scolastico. Nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare e costretti nuovamente a un periodo di quarantena, anche l’anno prossimo si potrebbe ricorrere alla “Dad”, seguendo disposizioni che al ministero sono in via di preparazione. Da più parti, vengono sollecitati taluni presìdi sanitari che, nel caso di improvvisi e preoccupanti focolai, possano garantire interventi tempestivi; e per il personale della scuola è stato già annunciato che sarà liberamente sottoposto a test pungidito con kit rapido; e, qualora vi fossero casi di positività, di concerto con i medici di famiglia, verrebbe fatto loro il tampone. Per la scuola eventualmente coinvolta, valutata l’entità, saranno adottate le misure necessarie, per sanificare gli ambienti, testare e tracciare tutti gli alunni e professori, che hanno avuto contatti con il contagiato. Per gli alunni, in via del tutto sperimentale, invece, le autorità preposte stanno pensando di eseguire dei test sulla saliva, meno invasivi. In caso di una nuova grave emergenza sanitaria, si ritornerà alla didattica a distanza, ma con una piattaforma ministeriale, sia per tutela della privacy, sia per esigenze pedagogico-didattiche.

Per questo, legittimi sono i quesiti dei dirigenti scolastici, cui il Cts ha dato prime risposte per lo svolgimento in sicurezza delle attività, quali distanza di un metro lineare tra gli alunni e di due dalla cattedra, uso della mascherina da parte degli studenti, fatta eccezione per i minori di sei anni, attenzione alla pulizia degli ambienti e accorta sanificazione delle superfici più usate (maniglie delle porte, sedie, interruttori della luce, distributori automatici di bevande e cibi, rubinetti, etc.), la nomina di un referente dell’Asl incaricato per la scuola. Al di là delle criticità rilevate, dovute anche ai rischi di un ritorno dell’epidemia sanitaria, e accuse pesanti verso Lucia Azzolina, ministro dell’istruzione, al momento, proprio per l’imprevedibilità della situazione e l’introduzione di alcune soluzioni prospettate, non si conosce bene la reale praticabilità di alcune misure in un quadro davvero molto complesso e variegato; e, per bypassare alcuni divieti e restrizioni, alquanto stimolanti nella teoria, ma difficilmente realizzabili, al momento, va materializzandosi anche una rivisitazione dello stesso gruppo-classe, l’utilizzazione, ad esempio, della mascherina all’atto di muoversi dal banco, con un rinvio esplicito al rispetto obbligatorio delle disposizioni del Cts.

Per impedire ogni rischio di assembramento e prevenire il contagio, dovranno ponderarsi differenti percorsi di entrata e uscita per garantire la distanza di almeno un metro tra gli alunni, con ingressi contingentati, assicurare che vi sia almeno un metro di distanza tra gli spazi individuali; nei corridoi, negli spazi comuni e in altre zone di passaggio, dove il pericolo di affollamento è reale, sarà necessario mantenere le distanze sociali, usare le mascherine, osservare con molta attenzione le direttive dell’istituto. In un contesto di grave emergenza sanitaria, sono stati accolti con giudizio positivo taluni impegni del Governo ai fini di una migliore organizzazione didattica degli istituti, come l’autorizzazione per il potenziamento dell’organico docente e Ata, l’incremento di incarichi temporanei per il personale scolastico, con contratti a tempo determinato, che, in caso di sospensione delle lezioni per l’aggravarsi del Covid-19, sarebbero comunque interrotti. Inoltre, in deroga al limite minimo di alunni, le classi della primaria potranno avere anche meno di 15 alunni, un’eccezione che, se necessario, potrà avvenire anche negli altri ordini e gradi di istruzione.

Per coordinare al meglio gli acquisti di beni e i dispositivi necessari per la riapertura delle scuole in sicurezza e iniziare bene la ripresa delle attività scolastiche post-Covid (?), il Governo ha affidato al commissario Arcuri l’incarico per far fronte alle principali misure. Il Governo ha assegnato, inoltre, ai Comuni, Province e Città metropolitane, delle risorse finanziarie, per piccoli interventi o lavori rientranti nell’“edilizia leggera”, per far fronte alle urgenze derivanti, operando secondo le indicazioni date e mettendo in sicurezza gli istituti scolastici.

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