Caserta, il virologo Tarro e il prefetto Ruberto intervistati dai ragazzi del Buonarroti

di Redazione

Caserta – La scuola non si ferma: lo slogan del Ministero dell’Istruzione ai tempi del lockdown è stato interpretato alla lettera dall’Its “Michelangelo Buonarroti” di Caserta. Infatti, oltre all’attività didattica a distanza, anche in tempi di coronavirus sono proseguiti molti dei progetti previsti dalla vastissima offerta formativa dello storico istituto casertano.  Tra questi, l’intervista al prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, ed al noto virologo Giulio Tarro, nell’ambito del progetto Reporting for duty, finalizzato a diffondere i valori della costituzione. “Un tema oltremodo attuale, vista l’eccezionalità dei tempi. – commenta la dirigente scolastica, Vittoria De Lucia – Ringrazio il dottor Ruberto ed il professor Tarro, i docenti, ma soprattutto gli studenti, che hanno accettato con entusiasmo di vestire i panni di giornalisti per un giorno”.

Dalla trasmissione del virus all’andamento dell’epidemia per Tarro; dal coordinamento delle forze dell’ordine sul territorio alle misure introdotte dai decreti del presidente del Consiglio per il prefetto: guidati dai loro docenti, Annalisa, Antonella, Giorgia, Cristian, Sabrina e poi ancora Roberto, Luca, Francesco hanno preparato domande utili a chiarire i dubbi e le preoccupazioni di una generazione troppo spesso rimasta nell’ombra, durante il periodo della massima emergenza sanitaria. Anche se un po’ intimiditi, alla fine degli incontri, l’entusiasmo dei ragazzi si tocca con mano: “Ero un po’ in ansia – ammette Annalisa, chiamata ad intervistare il prefetto – però la sua disponibilità e la sua chiarezza nello spiegarci come è riuscito a governare l’emergenza sanitaria sul territorio, ci ha fatto capire tante cose e ci ha insegnato che l’umiltà è un valore straordinario, soprattutto quando si ricoprono incarichi così importanti”.

Entusiasmo alle stelle anche per gli intervistatori del professor Tarro. “Sapevamo che fosse famoso – ha detto Cristian – perché lo avevamo visto in tv, quindi per noi significava emozione doppia. Ci ha chiarito tanti aspetti e rassicurato molto. Siamo spaventati anche noi, non siamo solo quelli della movida”. Prossima tappa: la condivisione delle interviste con i compagni. Rigorosamente “a scuola, nella nostra classe, sperando che si possa già a settembre. Non vediamo l’ora!”, dicono. E su questo sono tutti d’accordo.

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