Truffa all’Inps, sequestrati beni per 90mila euro a finto “cieco assoluto”

di Redazione

 I finanzieri del comando provinciale di Vicenza hanno eseguito il sequestro preventivo per equivalente di beni fino a concorrenza di 87.583,90 euro nei confronti di un cittadino sudanese, di 43 anni, residente a Schio, oggi indagato in concorso con la moglie, ghanese, di 39 anni, per truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche. A seguito di attività di analisi di rischio condotta dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica Repressione Frodi del Corpo, il soggetto citato era risultato beneficiario, dal dicembre 2013, di pensione di invalidità nonché di indennità speciale di accompagnamento in qualità di “cieco assoluto”.

Le indagini, avviate nel 2019 dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Schio, hanno invece permesso di scoprire come lo stesso fosse a tutti gli effetti vedente, e svolgesse quotidiane attività del tutto incompatibili con la patologia riscontrata. Nello specifico, all’esito di appostamenti e pedinamenti eseguiti per mesi, nonché dell’acquisizione di riprese di video-sorveglianza, l’indagato è stato colto alla guida della autovettura di sua proprietà, nonché a deambulare nei pressi della sua abitazione senza alcuna assistenza, e a recarsi presso l’Atm per prelevare le citate indennità. Ha persino rinnovato per ben due volte la patente di guida, nel 2014 e 2017, in pendenza dello status riconosciuto di “cieco assoluto”.

Inoltre, era stato appurato come il beneficiario delle indennità fosse solito fare jogging, nonché eseguire saltuariamente piccoli lavori edili, benché formalmente disoccupato. Sulla scorta di quanto descritto, lo stesso è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, punito dall’art. 640-bis del codice penale. Laddove si rendeva necessario recarsi presso lo sportello bancario per la sottoscrizione di documenti relativi al conto corrente, l’uomo veniva accompagnato dalla coniuge, di nazionalità ghanese, che fingeva di assisterlo nella deambulazione. Per questo motivo, l’Autorità Giudiziaria ha deciso di iscriverla sul registro degli indagati in concorso con il marito.

Il Tribunale di Vicenza, accogliendo la richiesta del pm titolare delle indagini, e condividendo le ipotesi investigative delle Fiamme Gialle, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino a concorrenza di 87.583,90 euro, pari al totale delle pensioni di invalidità nonché delle indennità speciale di accompagnamento indebitamente percepite dal dicembre 2013 ad oggi. Sono stati sottoposti a vincolo reale l’autovettura di proprietà dell’indagato, un conto corrente, due carte prepagate e un deposito risparmio. La definizione legislativa della cecità assoluta è sancita dalla Legge 3 aprile 2001, numero 138, secondo cui si definiscono ciechi assoluti coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, e coloro il cui residuo perimetrico binoculare (campo visivo) è inferiore al 3%.

L’indagato, già in sede di procedura di riconoscimento dello status di “cieco assoluto”, sembrava affetto, a detta della dottoressa oculista che ne aveva eseguito l’esame, dalla “sindrome da indennizzo” in quanto si rifiutava di collaborare, chiudendo gli occhi o ribaltando le pupille verso l’alto, nascondendole dietro la palpebra superiore, ed asserendo che la luce gli provocasse dolore. La mancanza di collaborazione del paziente, in altre parole, non ha permesso la quantificazione esatta del visus e del campo visivo, parametri fondamentali per il riconoscimento dello status di “cieco assoluto”, e che avrebbero permesso di vanificare l’intento fraudolento dell’indagato.

All’esito della procedura amministrativa, lo status in parola, in assenza di esami oggettivi che ne potessero ribaltare l’esito, è stato dunque riconosciuto sulla base della circostanza che il paziente fosse affetto da glaucoma acquisito ad un occhio. Invece, l’indagato, per ben due volte (2014 e 2017), ha dimostrato di possedere il parametro visivo per ricevere il rinnovo della patente di guida, ossia il visus non inferiore ai 10/10 complessivi, con non meno di 2/10 per l’occhio che vede di meno, requisiti evidentemente incompatibili con la presunta condizione di cecità assoluta. Le circostanze descritte sono state comunicate all’Inps di Schio che ha avviato la procedura di sospensione dell’erogazione del beneficio assistenziale e di restituzione di quanto indebitamente percepito. IN ALTO IL VIDEO

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