Coronavirus, Trump “silura” via Twitter l’immunologo della Casa Bianca

di Redazione

“Time to #FireFauci” (tempo di silurare Fauci)”: è il pensiero che Donald Trump ha condiviso su Twitter rilanciando un post della repubblicana Deanna Lorraine. E’ l’ennesimo episodio della guerra tra Anthony Fauci, il super esperto della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, e il tycoon. Secondo Fauci, direttore del “National institute of allergy and infectious diseases”, se fossero state prese prima certe misure si sarebbero potute salvare molte vite. Ma Trump dice di aver seguito la strategia proposta da Fauci.

“Fauci ora dice che se Trump avesse ascoltato prima gli esperti medici avrebbe potuto salvare molte vite”, scrive Lorraine, ricordando che “Fauci diceva alla gente il 29 febbraio che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che il virus non poneva alcuna minaccia agli americani in generale”. Ritwittando il post, Trump aggiunge: “Mi dispiace, fake news, ho bandito la Cina molto prima che la gente parlasse”.

Primo morto a bordo della portaerei Roosevelt – Intanto, gli Stati Uniti devono affrontare le centinaia di morti quotidiane causate dal coronavirus. Tra quelle che lasciano più il segno c’è quella del marinaio a bordo della portaerei americana Theodore Roosevelt. E’ la prima vittima registrata sulla nave dopo che il suo comandante è stato rimosso per aver rivelato ai media una lettera in cui sollecitava un’azione più decisa del Pentagono contro la diffusione a bordo del Covid-19. La Marina ha detto che il militare, la cui identità non è stata ancora resa nota, era risultato positivo lo scorso 30 marzo ed era stato sbarcato. Il 9 aprile era stato ricoverato in terapia intensiva in un ospedale della Marina militare a Guam.

Strage di anziani nelle case di riposo – Situazione drammatica nelle case di riposo americane: in tutto il Paese sono oltre 3.600 i morti collegati a focolai di coronavirus nelle strutture. Secondo i media Usa c’è stato un aumento allarmante nelle ultime due settimane. Le persone che vivono in tali strutture sono circa un milione, e per gli esperti il bilancio dei decessi è probabilmente molto più alto perché i dati ufficiali non includono chi e’ morto senza aver fatto il test. Nonostante le misure adottate dal governo federale a metà marzo con il blocco dei visitatori, l’interruzione di tutte le attività di gruppo e la richiesta che ogni dipendente delle case di riposo sia sottoposto a esami per la febbre o sintomi respiratori ad ogni turno, il numero dei decessi è salito alle stelle. I contagi secondo i media sono proseguiti soprattutto poiché tali test non hanno rilevato i lavoratori asintomatici. A New York ad esempio, epicentro dell’emergenza coronavirus negli Usa, ci sono stati 1.880 morti nelle case di cura su circa 96mila persone ospiti delle strutture, ma finora non sono stati diffusi dati su specifici focolai per problemi di privacy.

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