Spagna, positivo il medico aversano Sabia: “Presto tornerò sul campo di battaglia”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – «Sapevo che poteva accadere a me e sapevo cosa volesse dire per me e la mia famiglia, Non ve lo posso spiegare, né lo potete immaginare». Domenico Sabia, medico aversano, oncologo, da anni in Spagna ha annunciato con queste parole la propria positività al coronavirus, postando anche una propria foto ricoverato. «Faccio parte di quella categoria professionale, di operatori sanitari, – ha detto Mimmo – che svolgono con il cuore il proprio lavoro; e ce ne sono tanti come me. Ci ricordano che abbiamo giurato ad Ippocrate, ci ripetono continuamente che siamo dei missionari, noi ogni giorno della nostra vita lavoriamo per salvaguardare la vostra salute, la vostra vita, spesso noncuranti della nostra».

Il medico qualche anno fa salì alla ribalta anche della cronaca anche musicale per aver operato di tumore al colon il celebre cantante Pau Donés, voce dei Jarabe de Palo (leggi qui). Dopo l’intervento il cantante aveva ringraziato Sabia con il quale si è prestato simpaticamente in una esibizione. «The Blues Brothers?», scrisse il cantante che non aveva mai fatto mistero della sua malattia. Anzi. Subito dopo l’intervento chirurgico condotto dal medico Sabia, scrisse sui social: «Limpio» (Pulito). «Stavolta – ha continuato il medico aversano – addirittura ci è stato chiesto di scendere in campo, in guerra, a difendere tutti voi anche solo facendo da scudo con il nostro corpo. Lo stiamo facendo e senza pensarci su. A qualcuno di noi è andata bene, ad altri purtroppo non tanto e ci sono colleghi che neanche sono più qui tra noi per raccontarlo. Il resto dei soldati non mollerà fino a che la guerra non sarà finita. Noi continuiamo a rispettare il nostro lavoro…lo abbiamo giurato prima a noi stessi. È così, si è proprio così in questo ambiente così surreale e da film dell’orrore sono tanti i protagonisti coinvolti, tante le figure professionali sanitarie e non, tante le donne e gli uomini, che antepongono la vostra vita alle loro…nessuno ce lo deve ricordare, lo facciamo da sempre».

Sabia ricorda anche gli applausi dai balconi, che si ripetono anche nel Paese iberico: «E poi ci sono gli applausi delle otto…è molto emozionante…davvero…ma tra quegli applausi c’è tanta ipocrisia…troppa; c’è tutto quel mondo costruito e finto che sembra applauda dalle gradinate di un’arena ai gladiatori…c’è chi, quando finirà lo spettacolo, tornerà alla sua vita e continuerà a non prendersi cura di noi». In chiusura un auspicio: «É un mondo malato, quel mondo che oggi ha deciso di mettere in ginocchio per un po’ la specie umana e ricominciare a respirare. Sono stato ferito sí, ma già sto recuperando per scendere di nuovo in campo, pronto a combattere, insieme alla mia gente. Voi se potete, riflettete e iniziate a prendervi cura di noi». Del medico aversano ha parlato anche il sindaco della città normanna Alfonso Golia nel suo quotidiano incontro web con i cittadini.

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