Coronavirus, dall’Olanda arriva la cura: anticorpo sperimentabile tra un mese su pazienti

di Redazione

Il Fatto Quotidiano scrive oggi, in un articolo a firma di Davide Milosa, che l’Università di Utrecht assieme all’Erasmus Mc di Rotterdam ha individuato il primo anticorpo monoclonale al mondo in grado di sconfiggere la malattia Covid-19 e il Coronavirus Sars-Cov-2. L’anticorpo “47D11” tra circa un mese sarà sperimentabile sui pazienti.

Merito della scoperta olandese, che in queste ore sta facendo il giro della comunità scientifica, è del professore di biologia cellulare Frank Grosveld e della sua équipe. Grosveld, intervistato sul magazine interno del centro di ricerca di Rotterdam, spiega: “Si tratta di un anticorpo che avevamo già isolato per l’attuale pandemia. L’anticorpo impedisce a Sars Cov 2 di infettare e può anche aiutare a rilevare il virus”.

I ricercatori hanno inviato il loro studio di 24 pagine alla rivista scientifica “Nature” e sono in attesa della pubblicazione. Il documento è però già presente da ieri sulla piattaforma digitale BioRxiv. “Un anticorpo monoclonale umano che blocca l’infezione Sars-Cov-2”. Questo il titolo della ricerca. Si legge nel documento: “È il primo rapporto su un anticorpo monoclonale che neutralizza SarsCov2. L’anticorpo 47D11 lega un epitopo (parte del virus riconoscibile dal sistema immunitario) conservato sul recettore a punta”. In sostanza l’anticorpo “olandese” si getta sul virus in modo specifico attaccando gli spikees (spuntoni, ndr) che stanno attorno alla molecola virale. Gli spikes attaccandosi alle mucose sono i primi colpevoli del collasso dei polmoni che si sta verificando in centinaia di decessi in Italia.

La professoressa Maria Rita Gismondo, che dirige il laboratorio di microbiologia all’ospedale Sacco di Milano e che ha potuto visionare lo studio, chiarisce il modo di agire di 47D11: “L’anticorpo blocca una importante parte patogena del virus, si tratta di una particella che si trova sugli spikes che a loro volta hanno recettori che si agganciano alle mucose dei polmoni, bloccarli significa fermare l’infezione”. In alternativa al vaccino “questo anticorpo”potrà essere una buona terapia. Il metodo è quello della cosiddetta “immunità passiva”. “In questo modo – si legge nello studio – l’anticorpo è in grado di neutralizzare in maniera incrociata Sars-Cov-2”e lo fa “usando un meccanismo indipendente dall’inibizione del legame con i recettori”per questo “l’anticorpo potrà essere utile”, oltre che per guarire i pazienti anche “per lo sviluppo di test di rilevazione dell’antigene”.

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