Carinaro, gli alunni celebrano Giorno del Ricordo e vincono concorso “Conoscere le Foibe”

di Antonio Taglialatela

Carinaro (Caserta) – L’istituto comprensivo statale di Carinaro non è mancato all’appello, lo scorso 10 febbraio, per la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, partecipando al concorso  “Conoscere le Foibe”, promosso dall’associazione culturale “Noi per Voi”, con il patrocinio del Comune di Teverola, che ha visto gli studenti aggiudicarsi il primo premio con opere dedicate alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale.

Una giornata, istituita con legge numero 92 promulgata dal presidente Ciampi il 30 marzo del 2004, “che rievoca – commenta il dirigente scolastico Ernesto Natale – il dolore di tutti coloro che abitavano lungo il confine orientale, le sofferenze patite nel ’43, cosi come nel ’45. Il ricordo vuole essere quello delle vittime delle Foibe, queste enormi fosse comuni in cui i morti potevano essere civili e militari, ancora in vita o già deceduti. Viene citato l’esodo, il trauma di essere costretto a lasciare quella che consideravi la tua casa, per andare nella tua ‘nazione’ dove venivi visto come un ‘ospite’ nel migliore dei casi, come un ‘estraneo’ nei peggiori; sorte che, in tempi differenti, è capitata tanto agli italiani come agli slavi. Ecco il riflettore puntato sulla necessità di fratellanza, di inclusione, di condivisione, per non sbagliare più”.

Gli alunni delle classi terze (Paola Romano, Alessia Micillo, Ilaria Falco, Ilaria Picone, Ciro Del Piano, Miriam Rigione, Anna Zelenoborskaya, Antonietta Marini, Fatima Garofalo, Desirè Russo, Danilia Carli Russo) hanno realizzato immagini pittoriche per evidenziare il “dolore e la disperazione dell’impotenza di fronte alla morte, spesso ingiustificata, efferata, violenta, indiscriminata”. Lo scopo, per loro, non era quello di vincere, ma di esprimere con l’arte il concetto di “strage”, tanto enfaticamente trasmesso dalla docente Tiziana Guida, che con i suoi insegnamenti infonde la sicurezza di esprimersi in diverse forme di linguaggio.

L’attenta lettura del testo di legge per tutti gli alunni è stato solo il punto di partenza per intavolare attente discussioni con i docenti di storia, con particolare attenzione con quelli di terza, che hanno già affrontato la Seconda guerra mondiale, e per i quali si sono attivati percorsi più stereografici. “Lo scopo di tutte le discussioni – spiega ancora il dirigente Natale – è stato condurre alla comprensione di quanto deleteria sia la guerra, di quali e quanti effetti collaterali porti con sé, supportando che, anche di fronte alle ingiustizie, la via da percorrere deve essere quella del dialogo e del compromesso, e non quella della violenza”.

Spiegare la questione del confine orientale a dei ragazzini è stato complesso, si è scelto il supporto dalla visione di documentari, come quello del docente dell’Università di Trieste Raoul Pupo. “Si è parlato – sottolinea Natale – di identità di un popolo, di città cosmopolita, di italofoni, di sovrastati di popoli italiani, slavi e tedeschi, ma anche di tecniche di guerre diverse in oriente, come quelle delle stragi, delle epurazioni, ma anche di ‘bonifica etnica’ come quella attuata dal governo italiano, nei confronti del popolo slavo, oppure della ‘fratellanza slovena’ nei confronti degli italiani. Due pratiche che di buono non hanno nulla, in entrambi i casi si trattava di sopprimere l’identità, modificando i nomi, chiudendo scuole, costringendo anche i bambini a parlare una lingua non propria. A questo si aggiunge l’eliminazione fisica di chi non si adeguava o schierava con chi comandava in quel momento”.

Al termine, gli studenti hanno interagito con una serie di domande, cogliendo appieno il messaggio della violenza indiscriminata, delle ragioni politiche che, per quanto assurde, hanno dettato quegli anni crudeli. “Il punto finale della discussione – conclude il preside Natale – ha voluto rappresentare un incitamento all’inclusione, all’integrazione e al dialogo, indispensabile per impedire che cose simili tragedie capitino ancora”.

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