Aversa, associazioni criticano preliminare Puc: “E le destinazioni d’uso?”

di Redazione

Aversa (Caserta) – «Le vicende iniziali relative al preliminare del Puc non fanno ben sperare per il compimento della redazione di un piano che interpreti le reali necessità dei cittadini e possa, al contempo, essere al servizio di una intera città». A sostenerlo, in una lettera aperta all’amministrazione comunale e alla cittadinanza, i rappresentanti delle associazioni Fai – gruppo di Aversa; Archeoclub Aversa Normanna; Wwf Caserta; Fridays for Future Aversa; La Maddalena che vorrei; Campania Plus; Libreria il Dono.

«La “Relazione illustrativa preliminare” ed il “Rapporto ambientale preliminare” – si legge nella missiva – pubblicati sono davvero scarni e contengono dati generali aleatori e poco focalizzati sulla città. Inoltre, l’unica tavola che può essere presa in considerazione è quella della zonizzazione per macro-aree non in scala e troppo sintetica per avere un quadro oggettivo ed una idea del nuovo Piano Urbano Comunale. La tavola delle destinazioni d’uso è quella del Piano Regolatore Generale, l’altra allegata è uno stralcio del Ptcp (Piano Territoriale Comunale Provinciale) e l’ultima è solo una inutile scolastica tavola di analisi. Come si può, ci chiediamo, proporre e discutere un preliminare senza nemmeno una tavola delle destinazioni d’uso? Pur condividendo i tre focus pubblicizzati nel primo incontro di apertura, ovvero: “Rigenerazione urbana”, “Valorizzazione del patrimonio culturale”, “Tutela del suolo permeabile”, si fanno presenti alcune macroscopiche incongruenze.

[Valorizzazione patrimonio culturale] Innanzitutto, l’amministrazione Golia non ha stanziato nessun fondo per rivalutare il centro storico, nel già varato Piano Finanziario Triennale da 84 milioni di euro. Nessun investimento nemmeno per Piazza Mercato, cuore della città, che potrebbe, se ben ridisegnata, insieme al ripristino delle cortine prospicienti, diventare un luogo che induce a ricostruire una identità, e che invece si rischia di perdere definitivamente e con gravi conseguenze. Ci si chiede, inoltre, come si pensa di valorizzare un centro storico, tra l’altro unico per le caratteristiche della sua figura urbana, senza la preventiva pianificazione di interventi di riparazione alla danneggiata e vetusta rete dei sotto-servizi, che negli anni ha gradualmente compromesso una buona parte del patrimonio storico-architettonico.

[Tutela del suolo permeabile] Si sottolinea la contraddizione tra il promesso consumo di “suolo zero” e la volontà del comune di costruire nel Parco pubblico urbano, polmone verde di Aversa, un parcheggio interrato. Non si può pensare di alleggerire il traffico nel centro urbano più inquinato della provincia scavando per centinaia di metri cubi nel cuore della città, eliminando alberi secolari, come eucalipti monumentali e querce. I parcheggi andrebbero dislocati in zone più adeguate quali quelle di Aversa Sud e Nord, in prossimità degli svincoli, o in zona Ospedaliera, stadio comunale e mercato ortofrutticolo. Andrebbe riorganizzato il trasporto pubblico verso il centro cittadino con mezzi che tengano conto della sostenibilità, così da risolvere il quotidiano problema della congestione delle vie di comunicazione e contemporaneamente garantire ai cittadini una migliore qualità dell’aria. Altresì, si ritiene che, in questa prospettiva, la programmazione di una variante Aversa sud-est sia in totale contrapposizione con i principi guida del Puc. Non si può pensare di costruire oggi, in un’epoca di conquista della sostenibilità ambientale, altri viadotti su aree abitate e gallerie al solo scopo di reindirizzare il traffico verso l’altro polo cittadino. Bisogna iniziare, invece, un serio lavoro di concertazione che inizi a progettare un efficiente sistema di trasporti urbano ed interurbano, con mezzi alimentati da fonti sostenibili e pulite.

[Rigenerazione urbana] Si auspica che, conseguentemente con quanto detto in campagna elettorale, venga posta una seria attenzione alle cosiddette periferie e, in particolare, che si concentri l’azione verso un’attenta e coscienziosa riprogrammazione delle aree comuni delle abitazioni popolari, in cui può accadere che una piazza, come quella tra le palazzine al confine con Teverola, venga utilizzata per costruirvi un capannone destinato ad archivio comunale, anziché come luogo di aggregazione e convivialità. Tenendo presente la posizione strategica della città di Aversa e la sua fortissima vicinanza ai comuni limitrofi, in un agglomerato abitativo, produttivo e di servizi che non ha soluzione di continuità, si invita l’Amministrazione a pensare e a tener conto, nei processi di pianificazione, dell’intera conurbazione aversana, con il suo territorio composto da circa 18 comuni. Infatti, la Città normanna è il comune più congestionato, in cui sono stati concentrati tutti i servizi, ma non è di certo il comune più esteso tra quelli dell’Agro. Varare il Puc di una città piccola ma densissima e compenetrata ad altri comuni non risulterà efficace se non si pensa ad uno strumento di programmazione che dialoghi con i comuni contermini, alla stessa scala.

Alla luce della recente notizia della delibera (27/01/2020) con la quale il Comune di Cesa ha accolto 48 delle 66 osservazioni presentate al Puc, cui seguirà l’invio del Piano agli Enti Sovracomunali per la valutazione, si esorta l’Amministrazione ad effettuare una ricognizione preventiva dello stato dell’arte della Programmazione Urbanistica dei comuni limitrofi, al fine di inquadrare il Puc aversano in un più ampio ed organico contesto, comprendendo e condividendo con i comuni adiacenti le progettualità messe in campo, in modo da soddisfare su larga scala i bisogni dei cittadini. Inoltre, in questa ottica, si pone l’attenzione all’ex Ospedale Psichiatrico della Maddalena, luogo di proprietà dell’Asl Caserta, costituito per circa 12 ettari da area verde, confinante con Lusciano e Trentola Ducenta, nel quale è sito il padiglione “Leonardo Bianchi”, di proprietà del Comune di Aversa.

E’ auspicabile operare in maniera congiunta e concordata, tra istituzioni, enti e cittadinanza (ampiamente rappresentata anche dalle associazioni) al fine di trarre il maggiore beneficio possibile da un’area al momento dimenticata e di fatto sottratta alla quasi totalità dei cittadini. La classe politica, professionale ed imprenditoriale di Aversa non può più consentirsi oggi di ignorare i reali bisogni della popolazione e le istanze delle associazioni di volontariato. Purtroppo il vigente calendario per la partecipazione alla stesura del Puc è stato articolato in maniera tale da rendere ostativa la partecipazione dei cittadini, singoli e/o riuniti in associazioni, prevedendo orari non compatibili con le attività lavorative dei più. Si veda l’insuccesso delle prime 2 giornate di consultazione di martedì 4 e mercoledì 5 febbraio, aventi rispettivamente per tema “Rigenerazione degli insediamenti di edilizia residenziale degradati” e “Consultazione preliminare Soggetti Competenti in materia Ambientale”, risultate fallimentari data l’assenza sia dei cittadini che dei progettisti, i quali sarebbero stati comunque tenuti a presenziare l’assemblea.

Si invita, pertanto, l’Amministrazione a programmare le sedute in orari più accessibili, ad esempio dalle 18, al fine di consentire alla collettività di apportare il proprio contributo. Si sottolinea, inoltre, la mancanza di un delegato comunale addetto alla verbalizzazione degli incontri, che rende vano ogni eventuale intervento dei cittadini, di cui non rimarrebbe traccia tangibile. Infine, si richiede un percorso di partecipazione reale che preveda, al termine delle diverse consultazioni, una risposta motivata alle varie osservazioni pervenute, sia in caso di accoglimento che di respingimento delle stesse».

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