Carinaro, Biagio Masi sulle “fughe” dal Pd: “Verso l’estinzione del circolo”

di Redazione

Carinaro (Caserta) – Prima la segretaria del circolo, Rosita Chiacchio, e, subito dopo, Alessia Sagliocco, entrambe ex assessori della passata Amministrazione, si sono dimesse dal direttivo del circolo Pd di Carinaro. Entrambe non hanno avuto difficoltà ad esprimere la loro delusione per l’esperienza vissuta nei pochi anni di permanenza nel partito in quanto costrette a convivere negli ultimi tempi con un gruppo dirigente abituato “ad usare metodi antidemocratici”, che preferiva portare avanti un partito “per nulla affatto inclusivo, poco pluralista, staccato dalla realtà sociale, da tempo diviso al suo interno e, cosa più grave, avvezzo a prendere le sue decisioni fuori dalla sede naturale del circolo, riducendo le successive riunioni del direttivo in occasioni per ratificare le scelte fatte altrove”.

Non frequentando più da tempo la vita di quel circolo, mi limito a fare alcune brevi riflessioni, ricavandole dal contenuto dei documenti diramati dalle parti in campo. Appare evidente che le considerazioni che accompagnano queste dimissioni contengono l’amaro sfogo di due giovani volti del Pd di Carinaro che coltivavano probabilmente la speranza di contribuire, insieme ad altri, a ricostruire un partito sulla base di regole nuove, che mettesse al centro della sua azione il rilancio dell’unità e della inclusione di tutti i democratici di Carinaro, un partito che non fosse il comitato elettorale di qualcuno, ma che potesse ben presto ritornare ad essere partito capace di calarsi nella realtà sociale del paese, sapendo cogliere i problemi della gente ed offrire idee e proposte per risolverli. Obiettivo non più rinviabile dopo la batosta elettorale delle ultime elezioni politiche e dopo la scottante sconfitta del maggio scorso.

Evidentemente, le due giovani politiche si erano rese conto che la speranza di veder cambiato il Pd di Carinaro era per loro soltanto una illusione e che i loro volti dovevano servire soltanto a coprire le rughe di dirigenti vecchi e superati, interessati soltanto a mantenere il predominio di fatto del partito, sostenuti da un piccolo numero di cortigiani consenzienti e legati a loro da piccoli o grandi interessi. Quindi, avevano capito che tra i vecchi dirigenti non c’era alcuna voglia di riaprire le porte e di fare un’intelligente azione di recupero di tutti i democratici del paese, non rendendosi conto che il Pd di Carinaro era arrivato a percentuali umilianti, mai registrate nella storia elettorale di Carinaro e che il centro sinistra locale, faticosamente costruito 20 anni prima, si era frantumato.

Le dimissioni di Rosita Chiacchio e di Alessia Sagliocco rappresentano, perciò, a mio avviso, un atto di pubblica accusa contro la gestione del vecchio gruppo dirigente del Pd di Carinaro, sintomatico di un malessere diffuso all’interno dei democratici e progressisti del nostro paese, già apparso evidente dopo la fuga di tante risorse che avevano contribuito a far diventare grande il centrosinistra carinarese, come quella dei Masi, di Torino, di Parente, della professoressa De Chiara, dei  Capoluongo, dei giovani Arturo Formula e Schember e di tante altre persone come, ad esempio, il professor Moretti che, pur non avendo mai avuto una tessera di partito, è stato sempre storica figura della sinistra di Carinaro. Ci sarà qualcuno, tra coloro che sono rimasti, che dalle dimissioni di Rosita ed Alessia saprà ricavare la dovuta lezione e saprà farne tesoro? A leggere le prime reazioni comparse nei comunicati, diffusi tra l’altro in forma anonima, dubito che ciò possa accadere, stante la persistente supponenza e prosopopea che trabocca dalle loro dichiarazioni, condite con gli abituali toni livorosi e di sapore personale.

Insomma, c’è ancora chi dimostra di non capire niente di tutto quello che è successo negli ultimi tempi nel Pd e pensa di poter continuare con la logica di sempre, quella del “o con me o contro di me”! Sono modi di pensare e comportamenti che porteranno il circolo Pd locale, in tempi assai ravvicinati, alla completa estinzione. E non basterà, per evitarla, il tentativo di cercare rigenerazione nel movimento delle “sardine”, come qualcuno, in modo goffo e folcloristico, sta provando a fare.

Biagio Masi

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