Aversa, sacchetti rifiuti: Comune condannato a risarcire 250mila euro alla Senesi

di Livia Fattore

Una condanna ad oltre 250mila euro tra sorta capitale e interessi attribuiti alla Senesi spa, la società marchigiana di igiene urbana presente ad Aversa da poco meno di dieci anni, di cui due e mezzo in proroga in attesa di un passaggio di cantiere con la Tekra, la società che si è aggiudicato l’appalto per cinque anni per 35 milioni di euro. Si tratta, nello specifico, di uno dei tanti contenziosi pendenti tra il Comune e la Senesi i cui rapporti non sono mai stati idilliaci.

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, competente al tempo in cui si riferiscono i fatti, non essendo all’epoca ancora stato istituito il tribunale aversano di Napoli Nord, aveva concesso, nel 2015, un decreto ingiuntivo per non aver pagato i sacchetti necessari per la raccolta differenziata dei rifiuti relativamente al periodo che va dal mese di marzo 2012 al mese di dicembre dello stesso anno. La Senesi ha documentato la fonte del credito vantato con il Comune di Aversa sul contratto di affidamento della raccolta rifiuti e fornitura dell’annesso materiale e con la prova testimoniale dimostrando l’attività effettivamente eseguita oltre, ovviamente, alle fatture emesse.

Il Comune, difeso dall’avvocatura interna, da parte sua, ha cercato anche di dimostrare una presunta sproporzione tra il prezzo di mercato e quello praticato dalla Senesi in relazione ai sacchetti. Ovviamente, si tratta di un procedimento che vede completamente estranee le ultimi amministrazioni De Cristofaro e Golia, risalendo le vicende, sia quella fattuale che ha dato inizio al contenzioso che il successivo mancato pagamento, alle amministrazioni comunali guidate da Ciaramella e da Sagliocco. Il giudice Anna Ruotolo ha condannato il Comune di Aversa a favore della Senesi al pagamento delle spese di giudizio per 13.730 euro, oltre al rimborso per le spese generali e Iva. Questa della fornitura dei sacchetti è un aspetto della vicenda smaltimento rifiuti che ha rappresentato sempre una spina nel fianco delle diverse amministrazioni normanne che si sono succedute in questi ultimi anni.

Attualmente, e da diversi mesi, la macchinetta, ubicata al piano terra della casa comunale, è desolatamente vuota con un avviso attaccato che rimanda alla prossima gestione. Proprio questa della prossima gestione del servizio di igiene urbana sembra essere diventata una chimera irraggiungibile. Il sindaco Alfonso Golia si era rivolto al prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, nel tentativo di uscire dalla situazione di impasse che vede le due aziende praticamente ferme sul versante passaggio di cantiere. La Tekra, infatti, da quanto emerso, non vorrebbe farsi carico di una ventina di dipendenti assunti dalla Senesi in maniera illegittima, non rispettando le liste degli ex lavoratori dei Cub. Una scelta riconosciuta anche dalle diverse amministrazioni comunali succedutesi tra il 2014 ad oggi che hanno scelto di non riconoscere le spese relative ad essi.

Il prefetto ha scritto alla Regione Campania che si è detta incompetente in materia ed ha rimandato la palla all’Ispettorato Provinciale del Lavoro di Caserta al quale lo stesso rappresentante governativo ha indirizzato una nota ufficiale una decina di giorni fa. Nota che, secondo quanto appreso in ambiente comunale, sarebbe ancora in attesa di riscontro. Intanto, il servizio va avanti, ovviamente a singhiozzo perché, ovviamente, la Senesi non ha alcun interesse ad effettuare nuovi investimenti per sostituire attrezzature necessarie all’espletamento del servizio. Da registrare, inoltre, il malessere dei dipendenti che hanno indetto per il prossimo 2 dicembre una giornata di sciopero. Della serie piove sul bagnato.

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