Brexit: svolta sulle elezioni anticipate, ok dal Labour

di Redazione

Svolta verso lo svolgimento di elezioni anticipate nel Regno Unito a dicembre per cercare di rompere lo stallo sulla Brexit: l’opposizione laburista, dopo il rifiuto di ieri di appoggiare per la terza volta la mozione di scioglimento dei Comuni presentata dal governo Tory di Boris Johnson, ha deciso oggi l’ok alla convocazione del voto attraverso la revisione legislativa ordinaria proposta. Lo riferisce la Bbc, a margine di una riunione del governo ombra di Jeremy Corbyn. Non sono ancora chiare le condizioni del sì.

La decisione è stata poi ufficializzata dallo stesso Jeremy Corbyn. “Io ho costantemente detto che noi eravamo pronti alle elezioni a patto che una Brexit no deal fosse fuori dal tavolo”, ha detto il leader laburista. “Ora noi abbiamo saputo dall’Ue che l’estensione dell’articolo 50 (sull’uscita del Regno dal club dei 27) è confermata fino al 31 gennaio 2020, per i prossimi tre mesi. E quindi la nostra condizione è soddisfatta”. “Noi intendiamo lanciare adesso la più radicale campagna di cambiamento del Paese che si sia mai vista”, ha concluso Corbyn, annunciando di fatto l’avvio fin da subito della campagna elettorale. “Lanciamo la più ambiziosa e radicale campagna che il nostro Paese abbia mai visto per un vero cambiamento. E’ la chance di una generazione per costruire un Paese per i molti, non per i pochi. E’ tempo di farlo”, ha twittato Corbyn.

Sarà su un paio di emendamenti l’ultima battaglia alla Camera dei Comuni britannica alla legge presentata dal governo Tory di Boris Johnson sulla convocazione di elezioni anticipate a dicembre, prima del via libera ormai di fatto scontato dopo il sì dell’opposizione laburista. Il testo prevede il voto per il 12 dicembre. Il Labour preannuncia tuttavia due emendamenti, destinati – se lo speaker John Bercow li ammetterà – ad avere il sostegno anche di LibDem e indipendentisti scozzesi dell’Snp fra i banchi delle opposizioni: uno per ottenere l’anticipo della data al 9 dicembre e uno per allargare la platea elettorale a 16enni e 17enni.

Il governo sta tuttavia tentando di blindare il testo, per renderlo inemendabile o quasi. E si mostra per ora disposto al massimo ad anticipare il “giorno X” all’11. Il gruppo laburista, secondo indiscrezioni dei media, ha peraltro ricevuto l’indicazione di votare alla fine a questo punto a favore a qualunque data prenatalizia.

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